Qui la copertina che introduce al tema della puntata di Extra del 20 settembre 2023 “La Terra verso i 10 miliardi di abitanti: c’è cibo buono e sufficiente per tutti?”
“Dici guerra e pensi alle battaglie dei popoli per la propria indipendenza, per la tutela dei confini territoriali, per la difesa della democrazia: ma ci sono guerre – sia tra quelle cruente che avvengono con spargimento di sangue, sia quelle metaforiche che magari nascono negli studi legali o presso le società finanziarie – che scoppiano per motivi più materiali, il controllo di particolari ricchezze o giacimenti preziosi oppure per il controllo dell’acqua. Sì, quella risorsa per noi banale che il ritorno in auge dell’ambientalismo ci ha ricordato essere preziosa quando lasciamo scorrere troppo il rubinetto mentre ci facciamo la doccia o laviamo i denti, in alcuni territori vale più dell’oro o del petrolio e non a caso è all’origine di conflitti che vanno avanti da anni e con un numero altissimo di vittime.
Un recente rapporto dell’Unicef ha calcolato che il cosiddetto oro blu è responsabile degli alti tassi di mortalità in almeno 16 teatri di lunghi conflitti, dall’Afghanistan al Burkina Faso, dal Camerun alla Repubblica Centrafricana, dal Ciad alla Repubblica Democratica del Congo, e poi in Etiopia, Iraq, Libia, Mali, Myanmar, Somalia, Sud Sudan, Sudan, Siria e Yemen. Luoghi in guerra di cui però non si parla affatto. E c’è chi teme che lo stesso possa capitare per un altro bene prezioso, il cibo: quanto ne serve per sfamare gli otto miliardi di abitanti che oggi vivono sulla terra? E quanto ne servirà quando, tra meno di trent’anni, saremo 10 miliardi. La terra e l’agricoltura, che dunque si confermerà l’attività economica primaria per l’uomo, saranno in grado di produrne a sufficienza? E se mai un paese o un continente non fosse in grado di produrre abbastanza cibo, cosa succederà posto che venuto meno, l’antico sistema delle colonie, oggi nessun paese è disposto a rinunciare alle proprie derrate se non in cambio di un qualsivoglia tornaconto?
Sono solo alcune delle riflessioni che ruotano attorno alla grande sfida che attende nei prossimi anni gli stati della comunità internazionale e i relativi sistemi economici: garantire cibo in quantità e qualità adeguata per tutti.”
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