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Elezioni politiche 2022: quando e come si vota. Come funziona la legge elettorale

Elezioni politiche 2022, come si vota? Dopo lo scioglimento delle Camere, la data fissata per le prossime elezioni politiche in Italia è il 25 settembre 2022.

La fine della legislatura Draghi impone la riapertura delle urne in anticipo. Questo vuol dire che, malgrado i tentativi di cambiare il sistema di voto, si andrà alle elezioni con la legge attualmente in vigore, il cosiddetto Rosatellum.

Elezioni Italia 2022, come funziona il Rosatellum. Il sistema elettorale spiegato, ecco chi vince con l’attuale legge elettorale

Il Rosatellum è il sistema elettorale utilizzato per le elezioni politiche 2018, e non gode di molti estimatori. Il motivo è che per la sua configurazione, e in particolare per l’assenza di un premio di maggioranza, la legge non consente facilmente l’affermazione di una forza politica in grado di governare.

Questa legge prevede il 61% dei parlamentari eletti con il sistema proporzionale e il 37% con quello maggioritario attraverso dei collegi uninominali. Il restante 2% è esclusiva delle circoscrizioni estero.

Per la parte maggioritaria, il Paese viene diviso in diversi collegi uninominali sia per la Camera sia per il Senato. Chi viene più votato, viene eletto automaticamente in Parlamento.

Per parte proporzionale, ogni listino può essere formato da un minimo di due fino a un massimo di quattro nomi. La soglia di sbarramento è del 3% per le liste e del 10% per le coalizioni, reintrodotte senza la presenza del voto disgiunto. Questo vuol dire che il voto espresso per un partito varrà per il proporzionale e andrà direttamente al candidato nel collegio. I voti invece espressi al candidato singolo, saranno suddivisi in maniera proporzionale tra i vari partiti che appoggiano quel candidato.

Nelle coalizioni, se una lista non raggiunge l’1% viene esclusa dal conteggio, ma chi totalizza voti tra l’1% e il 3% concorre al calcolo finale, pur non esprimendo direttamente propri parlamentari.

La principale novità riguarda il numero dei parlamentari che saranno eletti. Per la prima volta nella storia della Repubblica, questo numero sarà minore: 400 deputati e 200 senatori.

Per governare con il Rosatellum, è probabile che servano accordi tra i vari partiti per dare vita a una maggioranza solida. In sostanza, il sistema potrebbe funzionare in caso di bipolarismo, ma presenta difficoltà in caso di frammentazione maggiore delle forze politiche.

(sg)

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