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Lazio, Lotito: “Scudetto? Non è un sogno, è l’obiettivo”

Punta in alto Lotito, in uno slancio di ottimismo ha fissato l’obiettivo più complicato. Il presidente della Lazio, in un’intervista rilasciata al Foglio, ha parlato di scudetto: “Abbiamo vinto tutto il resto. Manca solo quello. Non è solo un sogno, ma l’obiettivo. Ci stiamo lavorando”. C’è andato vicino due anni fa, quando il Covid ha rallentato la corsa biancoceleste, poi è sempre arrivato lontanissimo.

Nella sua lunga avventura laziale, Lotito ha vinto tanto. Eppure non sono bastati i trofei a renderlo simpatico alla tifoseria biancoceleste. Se lo spiega così: “Nella vita si fanno delle scelte – dice al Foglio. – Io ho scelto sin dal primo giorno di dire la verità. All’inizio della mia avventura, ho detto che bisognava fare dei sacrifici, perché avevamo 550 milioni di debiti, che aumentavano di anno in anno”.

E aggiunge: “A molti le mie parole non sono piaciute. Si pensa sempre che il patron è quello che mette i soldi alla cieca e, invece, in una società per azioni, bisogna badare non solo al risultato sportivo, ma prima di tutto alla sopravvivenza e, quindi, a una gestione sana e vincente. Io non sono solo il proprietario della Lazio, ma il custode di una di passione secolare, che ho il dovere di preservare per tramandarla alle future generazioni. Devo essere, e mi sento, un presidente tifoso e non un tifoso presidente”.

Tra i temi toccati durante l’intervista c’è anche lo stadio Flaminio, che molti tifosi auspicano possa diventare ancora la casa della Lazio: “Lo stadio Flaminio appartiene alla storia della Lazio. E’ il luogo di una passione senza tempo. Io sono favorevole e disponibilissimo, ma non dipende solo da me. Ci sono da superare tutta una serie di ostacoli burocratici e concreti per renderlo lo stadio che vogliamo”.

Alla domanda ‘c’è qualcosa che non rifarebbe?’, Lotito risponde, infine, così: “Smusserei gli angoli più aspri del mio carattere e sarei, in tante situazioni, più conciliante. Io, purtroppo o per fortuna, sono fatto così ed è difficile cambiare in corsa”, conclude il presidente laziale.