A marzo le circa 100 famiglie che vivono in via Lucio Calpurnio Bibulo 13, zona Quadraro, si sono viste recapitare una richiesta di pagamento da Acea che le ha tramortite, incentivandole a protestare in municipio.

Circa 120mila euro per un consumo di acqua che a nessuno sembrava risultare. Per questo, sostenuti dal sindacalista e attivista dei movimenti per la casa, Nunzio d’Erme, molti inquilini si sono presentati nella sede del VII municipio occupandola e chiedendo un incontro al presidente Francesco Laddaga.

L’edificio è di proprietà di un fondo privato, che lo ha acquistato all’asta. Chi ci vive dentro, in emergenza abitativa, paga un’indennità di occupazione e le bollette, tra cui l’acqua. Nel maggio 2020, era stato denunciato a ogni livello l’allaccio abusivo al contatore dell’acqua dei locali commerciali che si trovano al pianterreno: “Sono locali C2, quindi negozi – ha detto D’Erme all’Ansa – che vengono affittati alla gente, per viverci. Non hanno i contatori, quindi il loro consumo lo paghiamo noi. Acea, Comune, Municipio, forze dell’ordine sono informati, da anni. Tutti sanno qual è il problema, ma nessuno si impegna a risolverlo”.

Pertanto il 15 marzo un gruppo di inquilini si è presentato nella sede municipale, accusando la giunta di centrosinistra “di aver chiesto i voti per farsi eleggere e poi di averci abbandonato” dicono gli attivisti. “Paghiamo sempre – dice un’occupante – siamo molto precisi su questo, non vogliamo pagare gli allacci abusivi di altri”. Dopo un po’ di cori e tensione, una delegazione ha potuto incontrare il minisindaco Francesco Laddaga.

“La situazione la conosciamo da molto – ha detto Laddaga – c’è interlocuzione da mesi con gli abitanti di via Bibulo. Loro sospettano allacci esterni abusivi, chiedono delle verifiche, in questo incontro abbiamo definito bene la situazione e ci sarà, già fissato, un sopralluogo con Acea per verificare la situazione e sanarla”.  Il Sopralluogo  sarebbe previsto il 20 marzo.