Sfuggita alle molestie per strada aveva cercato rifugio nel palazzo di casa, ma il vigliacco l’ha seguita fin dentro raggiungendola nel lavatoi e costringendola a subire una violenza sessuale. Ancora uno stupro a Roma. Stavolta la violenza è avvenuta nel quartiere di Prati dove vive la vittima, una giovane donna. L’uomo è stato identificato anche grazie alle telecamere del palazzo e riconosciuto dalla vittima. Si tratta di un 32enne georgiano, fermato perché gravemente indiziato di violenza sessuale.
Roma, segue una donna a casa e la violenta nei lavatoi del palazzo: arrestato 32enne
L’incubo è iniziato nel tardo pomeriggio dello scorso 9 giugno quando la donna tornando a casa è stata avvicinata in strada da un uomo che le ha fatto delle avances molto esplicite. Non è bastato il rifiuto netto della donna che ha proseguito a camminare per raggiungere il palazzo. L’uomo respinto, ha continuato a seguirla raggiungendola nei locali lavatoi del condominio dove la vittima si era diretta rincasando. A quel punto, la giovane donna, impaurita e inerme, sarebbe stata costretta a subire una violenza sessuale. Poi sempre secondo il racconto della vittima, l’aggressore sarebbe fuggito non prima di averla minacciata.
Alla donna non è restato che chiamare il 112 per chiedere aiuto, facendo scattare le indagini che nei giorni scorsi, hanno portato gli investigatori della Polizia di Stato del Commissariato Prati, che ha raccolto la denuncia, a fermare un 32enne georgiano che dovrà rispondere di violenza sessuale.
Le indagini
Sulla scorta delle informazioni e delle descrizioni fornite dalla vittima, i poliziotti hanno svolto un’intensa attività di indagine durante la quale hanno visionato anche le immagini del sistema di videosorveglianza condominiale. Riuscendo così ad individuare e identificare il presunto aggressore che accompagnato presso gli uffici di Polizia è stato riconosciuto dalla vittima.
Al termine delle attività di rito, l’autorità giudiziaria ha convalidato il fermo di indiziato di delitto, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma, e poi ha disposto la custodia cautelare in carcere.
