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Termovalorizzatore, convegno in piazza del Campidoglio: “Censurati”. Ma il Comune risponde

Imbavagliati in piazza del Campidoglio, a pochi metri di distanza da dove, le associazioni contrarie al termovalorizzatore, avrebbero dovuto tenere un convegno per spiegare i motivi per cui il progetto voluto dal sindaco Gualtieri sarebbe un problema per l’ambiente e per la città di Roma.

La conferenza era in programma nel pomeriggio, in una sala del Campidoglio, regolarmente prenotata da tempo. Ma all’ultimo, fa sapere il comitato organizzatore, Rete Tutela Roma Sud, lo staff del sindaco avrebbe negato l’utilizzo della sala in questione. Il Campidoglio ha chiarito che “agli organizzatori è stata proposta un’altra sala più capiente e funzionale o in alternativa un’altra data”. E che “gli organizzatori hanno respinto entrambe le proposte”. Ma le associazioni contrarie alla realizzazione del termovalorizzatore parlano di censura.

Termovalorizzatore, Alteri: “Censurati”

Marco Alteri, portavoce Rete Tutela Roma Sud, spiega: “E’ preoccupante il fatto che si applichi la censura a dei cittadini che hanno un pensiero diverso il diritto di manifestare pacificamente”. Dello stesso avviso anche Rossano Ercolini, presidente Zero Waste Italy: “La scoperta è stata scioccante per Roma città aperta: per qualche motivo burocratico, leggesi politico, non è possibile parlare delle alternative all’inceneritore. E’ inaccettabile”.

La conferenza c’è comunque stata, in piazza del Campidoglio, dove erano presenti le associazioni contrarie all’impianto e alcuni parlamentari e consiglieri regionali. Al centro del dibattito i motivi per cui il termovalorizzatore non sarebbe la scelta giusta per Roma: “Faccio un esempio – afferma Marco Alteri – Nella localizzazione solitamente per questi impianti viene scelto un sito con una grande risorsa idrica, visto il grande consumo di acqua. Nel nostro territorio, invece, c’è un’emergenza idrica”.

Adriano Zuccalà, Capogruppo in Regione Lazio M5S, aggiunge: “Quella del termovalorizzatore è un progetto a lungo termine. Una prospettiva che potrebbe essere accorciata in modo considerevole con la realizzazione, nel frattempo, di altri piccoli impianti di recupero materia, che possano ridurre drasticamente la quantità di rifiuti indifferenziati che devono essere trattati successivamente. A quel punto quando la quota da trattare sarà infinitamente inferiore, gli impianti presenti a Roma e nella Regione Lazio saranno sufficienti”, conclude.

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