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Ospedale di Tivoli, tutto fermo a un mese dall’incendio: la denuncia dei Sindacati

È passato quasi un mese dall’incendio che ha causato la chiusura del presidio ospedaliero di Tivoli e l’evacuazione dei pazienti. Tuttavia, i reparti di degenza rimangono chiusi, suscitando la preoccupazione e la denuncia dei sindacati medici del Lazio riuniti nell’intersindacale.

La protesta dei sindacati per l’Ospedale di Tivoli

In una nota congiunta, Anaao Assomed Lazio, Aaroi Emac Lazio, Fp Cgil medici e dirigenti Ssn, Federazione Cimo Fesmed, Cisl Fp Roma capitale Rieti, Fassid (Aip Ac-Simet-Snr-Sinafo-Aupi), Fvm Federazione veterinari e medici, e Uil Fpl medici e veterinari, esprimono la loro preoccupazione per la totale indifferenza sulla lentezza dei provvedimenti che potrebbero e dovrebbero consentire la ripresa delle attività sanitarie.

La chiusura dei reparti di degenza a seguito dell’incendio ha creato una situazione critica per la popolazione di Tivoli e dei comuni circostanti, che ora si trovano senza un Dipartimento di emergenza e accettazione (Dea) e con il Pronto soccorso principale ubicato a Palestrina.

La necessità di riavviare i servizi sanitari essenziali è diventata urgente, e i sindacati medici si dichiarano pronti a collaborare con le istituzioni per trovare soluzioni tempestive e appropriate.

La nota dei sindacati

“È evidente che i tempi della magistratura, che deve dare risposte certe sulle cause e le responsabilità che hanno portato al rogo, non possono essere gli stessi della soluzione politica dell’emergenza sanitaria che si è determinata”, affermano i sindacati.

Sottolineano inoltre che la salute pubblica della popolazione della Asl Roma 5 non può essere lasciata al destino, e le istituzioni, Comune di Tivoli e Regione Lazio, devono adottare provvedimenti amministrativi e logistici rapidi.

La situazione

Attualmente, l’apertura di un punto di primo soccorso nella palestra scolastica vicina all’ospedale di Tivoli è stata considerata insufficiente e inadeguata alle necessità della popolazione.

La ridistribuzione dei servizi e del personale su altri presidi ospedalieri non dotati delle prerogative di Dea di I livello, insieme ai trasferimenti dei pazienti attraverso la rete dell’emergenza del 118, rappresenta una soluzione temporanea che non affronta adeguatamente la gestione delle patologie tempo-dipendenti come ictus, infarto miocardico acuto e patologia vascolare acuta.

I sindacati chiedono un tavolo di confronto con istituzioni, Comune di Tivoli e Regione Lazio, per discutere soluzioni condivise e adottare provvedimenti urgenti per la riorganizzazione della rete e della gestione delle patologie tempo-dipendenti nel territorio della Asl Roma 5.

La riapertura del Dea di Tivoli è considerata una priorità per garantire la sicurezza e la salute della popolazione locale. La disponibilità dei sindacati a partecipare a questo processo di collaborazione è un segnale di impegno verso la tutela della salute pubblica in un momento critico per la comunità.

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