Armi rudimentali, cellulari e droga. E’ quello che hanno trovato oggi nel carcere di Regina Coeli a Roma gli agenti della polizia penitenziaria di Lazio, Abruzzo e Molise nel corso di una perquisizione straordinaria conseguita a un’accurata attività d’intelligence. I controlli nel penitenziario di Trastevere sono scattati alle 6 di questa mattina, mercoledì 1 marzo, e si sono conclusi con il sequestro di tre telefoni cellulari, stupefacenti in quantità superiore a 100 grammi e armi rudimentali nella disponibilità dei detenuti.
Ne dà notizia Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria: “Ci complimentiamo per la brillante operazione, ma urgono interventi preventivi atti a impedire in origine l’introduzione di oggetti non consentiti e i traffici illeciti che in carcere fruttano il triplo che nel mondo libero”.
“Servono rinforzi organici, strumentazioni ed equipaggiamenti. Analogamente, necessita potenziare le unità cinofile, argomento di cui si discute da anni, ma su cui si interviene solo marginalmente. Va altresì riorganizzato il modello detentivo”, ha concluso De Fazio.
Detenuto aggredisce poliziotto e lo colpisce con una testata
Sempre nel carcere di Regina Coeli ieri un è avvenuto un altro grave episodio nel quale un detenuto ha aggredito un poliziotto con una testata.
“Un detenuto, condannato a vent’anni per omicidio e incendio, con problematiche psichiatriche e non nuovo a questi gesti violenti, ha colpito con una testata il poliziotto preposto della VII Sezione detentiva. È successo al momento della conta”. Lo denuncia il Sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe per voce del segretario nazionale Maurizio Somma.
“Parliamo di un soggetto complicato, che da quando è nel carcere di Trastevere, ha compiuto innumerevoli atti autolesionistici e ha distrutto completamente varie celle (ha addirittura smurato la porta di una cella), anche in precedenti detenzioni in varie parti d’Italia. Ogni giorno nelle carceri laziali succede qualcosa ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”, conclude Somma.
(eg)