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Alberto Angela ricorda il padre Piero: il suo discorso

Alberto Angela conduce Noos, alla terza puntata del 13 luglio
Alberto Angela conduce Noos, alla terza puntata del 13 luglio

“È stata una persona che è riuscita a unire e non a dividere”. Inizia così il discorso di Alberto Angela, figlio di Piero, il grande divulgatore scientifico morto a 93 anni. Oggi a Roma, nella sala Protomoteca del Campidoglio, è stata aperta la camera ardente con centinaia di persone in attesa di salutarlo per l’ultima volta.

Il figlio Alberto lo ha ricordato così, con un toccante discorso: “Lui ci ha insegnato tante cose, l’ultimo insegnamento me lo ha fatto non con le parole, ma con l’esempio. Negli ultimi giorni mi ha insegnato a non avere paura della morte. L’ha affrontata con serenità, non l’ho mai visto nello sconforto e nella paura”.

Ha aggiunto Alberto Angela: “Ho avuto la sensazione di avere Leonardo Da Vinci in casa, che dava la risposta giusta sempre con una capacità di sintesi e analisi in modo pacato. Lui amava ripetere un aforisma di Leonardo da Vinci: ‘Siccome una giornata ben spesa dà lieto dormire così una vita ben usata dà lieto morire’”.

E ancora: “Oggi che mi sento fra persone amiche: vorrei partire dall’ultima cosa che ha fatto papà: quel comunicato che tutti avete letto. È stata l’ultima cosa che fisicamente ha detto, come discorso, con poche forze. Mia sorella e io lo abbiamo raccolto e trascritto. È il discorso di qualcuno che parla a degli amici e che alla fine di una serata o una vacanza dice ‘adesso io vado’”.

“Mio padre ha amato la vita, anche se sembrava, da torinese, molto riservato – ha detto Alberto –.# che malgrado le difficoltà che incontrano cercano di andare a meta, in quei ragazzi che hanno la speranza del futuro, che cercano l’eccellenza con sacrificio. Sarà vivo nelle persone che cercano di unire e non disunire, che cercano con curiosità la bellezza della natura, chi cerca di assaporare la vita. Ci lascia un’eredità importante, non fisica e di lavoro ma di atteggiamento nella vita”, ha concluso.

G.