“Sono disgustata, esasperata e penso alla povera gente che prende 300 o 400 euro di pensione”, dice una signora mentre esce dal mercato Testaccio, a Roma. “Qui i poveri diventano sempre più poveri e i ricchi aumentano i loro capitali”, dice un signore sconsolato, mentre gioca a carte e beve un caffè.
Sale il prezzo di pane e pasta, così come la rabbia dei consumatori. Basta fare un giro al mercato rionale di Testaccio per rendersene conto. Dopo luce, gas e carburante, i rincari colpiscono anche i prodotti da forno. E la guerra in Ucraina ha solo esasperato la curva dei prezzi in salita già da marzo. L’allarme lanciato da Coldiretti trova già riscontro tra i banchi di supermercati e mercati, dove fare la spesa è sempre più difficile: “Prima con 50 euro ci facevi una bella spesa, ora no”.
Importare il grano costa sempre di più, perché Russia e Ucraina sono i due paesi che garantiscono circa un terzo delle esportazioni mondiali. Così va su anche il prezzo di pane, pizza e biscotti: “Sento che qui è aumentato tutto – dice una signora – anche i porcherecci non possono uscire perché è salito il prezzo del carburante”. Non riesce a parlare oltre: “Meglio lasciare stare, sono stufa di questa situazione”.
“Ora si fa difficile, soprattutto per noi che siamo pensionati e non navighiamo certo nell’oro”. C’è anche chi ormai è rassegnato: “Non mi meravigliano più queste cose, oramai ci sono invecchiato. Non mi meraviglia proprio”.