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Guerra in Ucraina, perché la Russia ha “nazionalizzato” le aziende italiane? (VIDEO)

Mosca ha requisito i beni di una manciata di aziende occidentali, rivendicando quanto accaduto come ritorsioni per le azioni di altri Paesi contro le imprese russe, colpite dalle sanzioni europee.

Qui la copertina che introduce al tema della puntata di Extra del 9 maggio 2024.

Il decreto presidenziale è del 26 aprile e apre un nuovo fronte di battaglia, questa volta economica e legale, nella lunga e drammatica guerra in Ucraina. Le filiali russe di Ariston e Bosch sono state trasferite in gestione temporanea al gruppo Gazprom, la multinazionale del governo della Federazione Russa che opera in campo energetico e minerario.

La notizia ha subito destato scalpore in Italia dove il marchio Ariston è ancora molto noto e l’annuncio della nazionalizzazione – o dell’esproprio -è giunta all’improvviso e senza avvisaglie di sorta.

Guerra in Ucraina, la rivendicazione di Mosca

Non è un caso isolato perché dall’inizio della guerra in Ucraina, Mosca ha requisito i beni di una manciata di aziende occidentali, rivendicando quanto accaduto come ritorsioni per le azioni di altri Paesi contro le imprese russe, colpite dalle sanzioni europee.

L’Italia, che ha già formalmente protestato con l’ambasciatore russo per l’accaduto, ha chiesto l’intervento di Bruxelles e promette misure a sostegno delle aziende coinvolte. Duri anche i toni delle autorità europee che accusano la Russia di disprezzare le regole ma, almeno per ora, nessuno sembra voler alimentare un nuovo focolaio di tensione.

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