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Ilaria Salis, il 14 febbraio in programma una fiaccolata a Roma

Il “Comitato per la libertà di Ilaria Salis” ha programmato una manifestazione con torce per richiedere il rilascio di Ilaria Salis. L’evento si terrà mercoledì 14 febbraio alle 18 presso Largo di Torre Argentina (Via di San Nicola de’ Cesarini). Attualmente, Ilaria Salis è detenuta nel penitenziario di massima sicurezza di Budapest. Domani, 9 febbraio, segnerà un anno di detenzione in un Paese dove, secondo le principali organizzazioni umanitarie, i diritti dei detenuti e la democrazia non sono adeguatamente garantiti.

Ilaria Salis, gli organizzatori: “Siamo preoccupati per la sua sicurezza”

Gli organizzatori della manifestazione hanno dichiarato: “Siamo preoccupati per Ilaria, siamo preoccupati per la sua sicurezza e per gli esiti di un processo inquinato dall’ideologia antidemocratica delle istituzioni ungheresi. Continuiamo a chiedere che torni in Italia ad affrontare il processo, in conformità con la decisione-quadro del Consiglio d’Europa del 2009”.

E ancora: “Le catene ai polsi e alle caviglie di Ilaria, le condizioni in cui è reclusa, il trattamento giuridico e repressivo a doppio standard, sbarre per gli antifascisti, libertà di azione per i nostalgici del nazismo, dimostrano che Ilaria Salis è ostaggio di uno Stato che viola i principi democratici ed i diritti umani. Siamo atterriti dalla sottovalutazione del governo Italiano in merito a quanto sta avvenendo ai danni della nostra connazionale”.

Il 14 febbraio ci saranno anche la Cgil di Roma e Lazio: “Le immagini di Ilaria Salis condotta al proprio processo ammanettata mani e piedi e trascinata con una catena, hanno sconvolto chiunque abbia un’idea giusta e democratica del diritto e della pena e sono la raccapricciante testimonianza che nel cuore dell’Unione Europea ci sono governi che agiscono in piena violazione dei diritti fondamentali. A preoccuparci, oltre le condizioni di detenzione, è anche l’iniquità di un processo portato avanti in un clima di ostilità verso i principi democratici e di leggi liberticide in grado di determinare un esito ingiusto e inaccettabile del processo”.