Nel 1975 il Massacro del Circeo ha segnato la storia e la coscienza collettiva: fra i protagonisti di questa tragica vicenda c’era Andrea Ghira, un giovane della “Roma bene” con un passato controverso e un destino avvolto nel mistero.
Andrea Ghira: chi è, morto o latitante
Nato a Roma nel 1953 da una famiglia benestante, Andrea Ghira ha vissuto un’infanzia agiata, influenzata dal successo sportivo del padre e dalla posizione sociale elevata.
Tuttavia, il suo percorso ha preso una svolta oscura durante gli anni del liceo, dove ha iniziato a nutrire ideali politici neofascisti e a manifestare una crescente propensione per la violenza.
Le prime tracce di Ghira nel mondo della criminalità risalgono all’adolescenza, con denunce per scontri di piazza e manifestazioni di estrema destra. Nel 1972, già reduce da una denuncia per minacce armate e lesioni, viene arrestato per rapina aggravata e violazione di domicilio insieme a Angelo Izzo. Nonostante la condanna a cinque anni di reclusione, esce di prigione solo tre mesi prima del tragico Massacro del Circeo.
Il massacro del Circeo
Il 21 ottobre 1975, Ghira, insieme a Izzo e Guido, perpetrò il brutale attacco terminato con l’omicidio di Rosaria Lopez e il trauma sopravvissuto di Donatella Colasanti. L’indole violenta di Ghira, alimentata dalla sua ossessione per la “banda dei marsigliesi”, si svelò in tutta la sua crudeltà quella notte, segnando il destino di due giovani donne.
La latitanza di Andrea Ghira
Nonostante il suo coinvolgimento nell’atroce crimine, Ghira riuscì a sfuggire alla giustizia, evitando la prigione e nascondendosi per anni. La sua latitanza, però, ebbe una fine misteriosa nel 1994 con la sua presunta morte per overdose.
La vicenda è avvolta da dubbi e sospetti, con ipotesi che collegano Ghira a eventi criminali anche durante la sua fuga.
Dopo la morte di Ghira, i dubbi sulla sua identità persistevano. Solo nel 2016, grazie a esami del DNA richiesti da Donatella Colasanti e Letizia Lopez, è emerso il verdetto finale: le ossa nella tomba di Melilla appartenevano senza ombra di dubbio ad Andrea Ghira, confermando così la fine del suo oscuro percorso.