Home NOTIZIE CRONACA Le Foche, il racconto dell’agente che fermato l’aggressore

Le Foche, il racconto dell’agente che fermato l’aggressore

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Era il 6 ottobre scorso, quando l’immunologo Francesco Le Foche è stato raggiunto nel suo studio di Roma, a via Po, da Mauro Renato Morandi, un suo paziente. L’uomo, 36 anni, un ex pugile ora divenuto buttafuori professionista. Con precedenti problemi psichiatrici, lo ha aggredito brutalmente perché convinto che il medico avesse sbagliato cura per una sua infezione.

Le Foche, aggressione brutale

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Così l’uomo ha aggredito brutalmente Francesco Le Foche, colpendolo prima con una vaschetta di vetro contenente delle caramelle e poi prendendolo a calci e pugni. A salvare il medico è stato l’intervento di un agente scelto di polizia Manuel Basile, 39 anni, che quel giorno passava casualmente in zona e, sentendo il frastuono nel palazzo, si è precipitato senza pensarci due volte.

Le parole dell’agente

Intervistato dal Messaggero, l’agente Manuel Basile ha raccontato cosa è successo quel pomeriggio del 6 ottobre scorso: “Ero stato a fare una visita lì vicino e stavo camminando verso Termini. Ho sentito delle grida di terrore provenire da un androne, mi sono precipitato all’interno e davanti ai miei occhi si è spalancata una scena molto, molto forte: un energumeno era piegato su un uomo, il medico, a terra privo di sensi. Gli prendeva la testa e gliela sbatteva con forza contro il pavimento. Intorno c’erano una donna, la segretaria e degli altri pazienti, quasi tutti anziani”.

E’ intervenuto subito, senza usare la violenza: “Ho pensato al modo migliore per mettere in salvo tutti quanti, le persone che erano lì e l’uomo a terra. Ho gridato con tutta la voce che avevo in gola “Ma che cavolo fai?”. Lui si è girato verso di me, mi ha guardato e allora io ho iniziato a parlare. Gli dicevo: “Ma ti rendi conto, perché lo hai fatto?”. E quello farfugliava qualcosa, a proposito di una visita che non era andata come pensava o qualcosa del genere, ma blaterava anche cose senza senso”.

Poco dopo sono arrivati i colleghi di Basile. L’aggressore, racconta l’agente, quando li ha visti “ha ricominciato ad agitarsi, “adesso rientro e lo finisco”, ha detto. Ma fortunatamente è andato tutto bene. Prima, però, è arrivata l’ambulanza che ha preso il dottore per portarlo in ospedale. Ho continuato a parlare a una certa distanza con il 36enne per impedire che ostacolasse i soccorsi”.