L’area del “Pratone” di Torre Spaccata è di proprietà di Cassa depositi e prestiti spa e quest’ultima avrebbe dovuto cederla in larga parte agli Studios per realizzare un progetto. Progetto che però ha subito una rivisitazione perché le superfici destinatarie degli investimenti sono state vincolate. I fondi, provenienti dal Pnrr dovevano contribuire alla realizzazione degli otto teatri di posa nell’area verde. Niente da fare!

Spunta un vincolo

La commissione regionale per il patrimonio culturale del Lazio, lo scorso 3 novembre 2022, ha dichiarato di “interesse archeologico particolarmente importante l’area di Torre Spaccata” per via del ritrovamento di quattro ville rurali. Immediatamente sono scattate delle disposizioni di tutela molto severe che “prevedono il divieto per costruzioni a carattere permanente di qualunque genere e tipo nell’area con vincolo diretto e forte limitazioni nelle restanti area sottoposte a vincolo indiretto”.

Era prevista la realizzazione di otto teatri di posa che si sarebbero andati a sommare agli altri nove “i cui lavori di riqualificazione, ammodernamento, costruzione sono stati ultimati”. Per realizzarli, erano stati richiesti attraverso il Pnrr oltre 21 milioni di euro. Per raggiungere questo obiettivo, Cassa depositi e prestiti e Cinecittà Studios avevano firmato un accordo quadro il 29 dicembre 2021 in cui si prevedeva l’acquisto da parte di Cinecittà di una porzione di 31 ettari da Cassa depositi e prestiti.

“L’acquisto del suddetto terreno – si legge nel piano esecutivo del progetto Cinecittà firmato il 31 dicembre 2022 – resta strategico per il raggiungimento degli obiettivi del Piano che mirano a migliorare la capacità produttiva di Cinecittà e quindi la competitività del settore cinematografico ed audiovisivo italiano.”