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Roma di Giorno con Clarissa Montagna – Puntata di Venerdì 16 Giugno 2023

FIUMICINO, FRANCA REAL: IL RIFUGIO INVISIBILE DEI SENZA TETTO

Ospite in collegamento Clarissa Montagna, redazione “Il Faro Online

Lamiere, calcinacci, pezzi di ferro. Passando sul ponte 2 Giugno, a Fiumicino, della Franca Real non resta che la chiglia. La nave fantasma, che ha più volte messo a repentaglio la sicurezza dei cittadini, sembra essere un lontano ricordo. Manca davvero poco alla completa demolizione.

Ma quella nave, che ora lentamente svanisce sotto gli occhi dei gabbiani, mentre era ancorata all’argine del Tevere, mentre le muffe e la ruggine ne corrodevano le pareti, è stata la dimora di chi oggi ha perso tutto. Diverse voci giravano per la città sull’argomento: “Ci dormono i barboni“, “Ce stanno gli stranieri là dentro de notte”. Persone, prima ancora che barboni o stranieri, che, costrette dalla vita, si sono ritrovate senza nulla. E nella Franca Real avevano trovato una piccola casa.

A raccontarlo sono gli operai che in questi giorni stanno continuando i lavori di demolizione. Accompagnati dai supervisori del cantiere, i giornalisti de ilfaroonline.it sono saliti su quello che rimane del relitto, riuscendo ad accedere anche ai locali situati nella parte più bassa della nave.

“Abbiamo rimosso circa 300 metri cubi di rifiuti”, ci racconta Osvaldo Aimar, direttore tecnico commerciale di Coprogetto srl che sta guidando i suoi operai affinché l’imbarcazione venga smaltita del tutto secondo il cronoprogramma stabilito. “Qui qualcuno sicuramente ci veniva a mangiare. Abbiamo trovato piatti, bicchieri, posate. Ma non quelli usati dalla nave. Si vedeva che erano recenti, c’erano ancora gli avanzi“.

Parole che fanno riflettere: un relitto puzzolente usto come una sorta di rifugio di fortuna. E se si considera che, prima dell’inizio dei lavori non c’è mai stato nulla che impedisse l’accesso, nonostante la pericolosità del relitto, immaginare la Franca Real, da tutti descritta – giustamente – come un grande rischio per la città tutta, come ricovero per clochard risulta difficile.

Ma le “scoperte” nono sono finite. “Dicevano che c’era l’amianto ma non ne abbiamo trovata traccia. Qui c’è solo lana di vetro, non c’è amianto“. Gli operai ci accompagnano poi nel vano motore. E davanti a noi appare un motore nuovo con appena 200 ore di funzionamento. “E ora che fine farà?”: “Si deve buttare. purtroppo questa nave è stata risistemata tutta ma poi non è mai stata usata. Questo è un signor motore ma purtroppo non è mai entrato in funzione appieno e ora lo dobbiamo smaltire insieme al resto“. “E questo” “Questo è il ponte di comando, o quello che ne rimane”, ci dicono indicandoci una pulsantiera. Anche le ancore, fissate all’interno del relitto, sembrano nuove.

Quotidianamente la nave si riduce sempre di più. I ponti sono stati tagliati e spostati sulla banchina e, con una gru della ditta Nezzi, caricati su un camion. Un’operazione a costo zero per Istituzioni locali e del tutto green. La ditta che opera la demolizione del relitto, infatti, recupererà tutto il ferro e il materiale riciclandolo. Tutto sarà portato in fonderia e avrà nuova vita. Anche i cavi elettrici saranno differenziati.

Quando saranno ultimati i lavori? Entro luglio. Un’operazione, quella in corso, resa possibile grazie al lavoro sinergico della Regione Lazio e della Regione Piemonte. In  particolare, l’ingegnere Pineschi della Pisana, che si è interessati in prima persona nell’ottenimento delle autorizzazioni necessarie, nella loro semplificazione e il dottor Roberto Petrucci, direttore del cantiere, che supervisiona il corretto svolgimento di tutte le procedure. A supervisionare le operazioni anche la Capitaneria di Porto. Diverse le ditte che, ognuna nei propri ambiti, stanno operando sul relitto: Ecol Roma, Sica srl, Sire servizi per l’ambiente srl, Arca service srls e Global service.

DA ACILIA AD OSTIA, IL X MUNICIPIO RISCHIA DI ESSERE SEPOLTO DALL’ACQUA: L’ALLARME DI LEGAMBIENTE

Legambiente Lazio continua la sua analisi sui rischi idrogeologici legati alla pericolosità nei territori per frane e alluvioni. Oggi approfondimento che focalizza la situazione di Roma con le schede “Roma a Rischio“, nelle quali si evidenziano i numeri e le mappature sui dati complessivi e sulle zone a pericolosità elevata”.

Sono 96.586 i Romani che vivono in aree a pericolosità da alluvioni e 2.431 quelli per frane. La pericolosità da alluvioni riguarda ben il 9,1% del territorio, pari a 117 ettari, dove sorgono qualcosa come 11.388 edifici, lavorano 9.650 imprese ed esistono 177 beni culturali. A rischio frana una popolazione di 586 abitanti, 55 edifici, 78, imprese e 6 beni culturali.

“Nella Capitale c’è un numero enorme di edifici, beni culturali, imprese e popolazione in aree a elevata pericolosità per alluvioni e frane – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – e con quasi centomila romani esposti a questi rischi, continuiamo ad assistere a eventi climatici estremi come quelli delle ultime ore che hanno messo a dura prova interi quadranti urbani. C’è bisogno di predisporre in primo luogo nelle zone ad elevata pericolosità, ogni strumento che metta in sicurezza quanti ci vivono e lavorano; in tal senso, ci rivolgiamo alla Regione che deve intervenire con la messa in sicurezza idraulica del reticolo fluviale come con il rafforzamento dei percorsi di contratto di fiume. E ci rivolgiamo al Comune, perché intraprenda una grande azione di azzeramento delle prospettive edificatorie, con varianti al PRG a riduzione di consumo di suolo, e perché si realizzino progetti di deimpermeabilizzazione dei suoli e delocalizzazione delle strutture a maggior rischio”.

Nello studio, Legambiente ha focalizzato anche l’attenzione sui quartieri a più elevata pericolosità per il rischio alluvioni: nel quadrante sud-ovest Ostia, Acilia, Casal Palocco, Infernetto, Eur Torrino, Tor di Valle; a est Tiburtina e Prenestina; a nord Settebagni, Labaro, Salaria e Tiberina, nelle aree centrali il quadrante compreso tra Villaggio Olimpico, Corso Francia, Via Guido Reni. Zone con pericolosità per frane sono invece a Trastevere, Baldo degli Ubaldi, Monte Mario, Villa Glori, Viale Tiziano e Labaro. L’analisi di Legambiente Lazio è basata su dati ISPRA-IDROGEO.

CALCIO VIOLENTO A LATINA: GIOCATORE INSULTA L’ARBITRO, POI LO PICCHIA

Quella che sarebbe dovuta essere una normale partita di calcio di seconda categoria, in cui avrebbero dovuto regnare divertimento e voglia di vincere, si è invece trasformata, per l’ennesima volta, in un teatro di violenza. Una violenza che ha visto come vittima l’arbitro del match

Il 21 gennaio, infatti, un 36enne giocatore di una squadra locale a Latina, ha ben pensato di insultare a fine partita il direttore di gara. Quest’ultimo non ha potuto fare altro che espellerlo, un cartellino rosso che a quanto pare non è stato ben accettato da parte del 36enne. Non contento degli insulti, infatti, ha aggredito fisicamente l’arbitro, provocandogli 7 giorni di prognosi: per tutto ciò il Questore di Latina ha emanato il Daspo nei suoi confronti. E per tali fatti l’uomo veniva indagato in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria. per il reato di lesioni.

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