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Ragazza violentata da due uomini a Roma: “Non ho denunciato per vergogna”

Drogata e violentata da due uomini in un appartamento a Roma. E’ quanto sarebbe accaduto a una ragazza italiana, con problemi psichiatrici e amministratore di sostegno. I fatti però sono stati ricostruiti a distanza di anni e quasi per caso. Uno dei due uomini un gambiano di 34 anni era infatti intercettato in un’indagine per su cui stavano lavorando i carabinieri di Tor Bella Monaca.

L’incontro su Facebook e la violenza

Tra le persone con cui parlava al telefono c’era anche la vittima che quindi è stata convocata per chiarire i rapporti con l’indagato. Davanti ai militari la donna ha detto di essere attratta dal giovane conosciuto su Facebook. Ma ha riferito anche di “un fatto molto grave accaduto due anni prima” tra la primavera e l’estate del 2018 quando aveva 33 anni.

Si tratterebbe di un rapporto a tre per il quale ora il 34enne è imputato con l’accusa di stupro di gruppo, aggravato dal fatto di “aver approfittato dello stato di debolezza psichica e fisica” della donna alla quale avrebbe fatto fumare marijuana poco prima della violenza. Lo riporta oggi il Messaggero.

Secondo il racconto della vittima, l’uomo le avrebbe chiesto di avere un rapporto sessuale e la giovane avrebbe accettato andando a casa sua. Durante l’incontro le avrebbe fatto fumare della marijuana “circa tre canne”. Poi avrebbe chiamato un amico al telefono per proporgli di partecipare al rapporto sessuale.

I due si sarebbero alternati nel rapporto sessuale al quale la donna non sarebbe riuscita ad opporsi. “Siccome non ce la facevo a reagire perché ero sotto effetto di sostanze stupefacenti, non essendo completamente in me, lasciavo che terminassero l’atto sessuale completo”. La vittima ha spiegato di non aver denunciato per vergogna, ma una conferma a quanto raccontato sarebbe arrivata da una successiva intercettazione nella quale la donna davanti ad una nuova offerta di incontro chiede all’uomo: “Ma solo io e te però?”.

La difesa

Secondo il legale dell’imputato “si tratta di una vicenda molto complessa. Le intercettazioni confermano che qualcosa è accaduto, ma cosa è realmente successo è ancora tutto da verificare – spiega l’avvocato Valerio Vitale – Ci sono molte cose che non tornano, molte contraddizioni. Ascolteremo un testimone che quella sera era in casa e capiremo come sono andate veramente le cose, nell’interesse di tutti”. Il teste sarebbe il coinquilino del 34enne all’epoca dei fatti che verrà sentito nella prossima udienza.

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