Roma Di Giorno con Elisa Mariani – Puntata Di Giovedì 23 Febbraio 2023

“La casa editrice Puffin Books ha dichiarato di aver operato la cosiddetta “Cancel culture”
sui principali romanzi per bambini e ragazzi di Roald Dahl. La decisione sarebbe stata presa in
accordo con gli eredi di Dahl e secondo quanto si apprende, sarebbero state cancellate
parole come “brutto”, “grasso”, “nano”. Parole che, secondo la casa editrice, non solo urterebbero
le sensibilità di alcuni lettori ma serebbero profondamente diseducative per i bambini.
In Italia è così divampata la polemica: chi ha definito la prassi “inaccettabile” e chi, invece,
ci scherza su come Massimo Gramellini. Il celebre scrittore,citando le più famose canzoni di Morandi, ha
sottolineto un punto ben più profondo: in che modo il olitically correct e la censura possono
influenzare determinati campi?
“Ci troviamo in una situazione paradossale, ai limiti dell’assurdo – ha sottolineato Alberto Contri, esperto
di comunicazione manageriale, politica e istituzionale – qui si sta mettendo mano a testi letterari che
sono stati scritti in un determinato momento storico e che, se letti con la giusta visione, non offendono
davvero nessuno!”. La polemica su Dahl nasce anche in relazione al fatto che si tratta di un autore
nato nel 1916 e morto nel 1990: quanto è giusto modificare il testo di un autore che non può replicare e
che (con tutta probabilità) voleva quel testo proprio così?
Che si tratti di una moda momentanea o di una pratica destinata ad affermarsi con ancora più forza
nei prossimi anni, il politically correct sta proprio investendo tutti i campi, persino quello della
grammatica e della sintassi: “Che ne penso dell’asterisco per non determinare il genere? – ha concluso
Contri – Un’altra follia. Si sta snaturando e violentando le regole della grammatica italiana che ha,
per sua natura, la specificazione del genere. Spero passi in fretta come tutte le altre mode”.

“Con “Astrolìa e il mistero delle tre cattedrali”, Fabrizio Abbate torna sulla scena letteraria. Una favola
thriller ambientata nell’era del futuro (il cosiddetto “Neoevo”) dove la protagonista Astrolìa deve
affrontare prove incredibili e smascherare un complotto ordito dai grandi potenti.
Il messaggio principale è la rivendicazione delle libertà personali: “Se non combattiamo per le nostre
libertà e i nostri diritti – ha sottolineato l’autore Fabrizio Abbate – tutti gli sforzi fatti in secoli
di storia saranno nulli. è questo che cerco di trasmettere con il mio libro”.
Un giallo fantascientifico travestito da favola, questo perché l’autore non voleva relegarsi ad un solo
“e unico genere”, ma spaziare tra tante possibilità.
Dedicato e rivolto ai lettori che non smettono di farsi domande, “Astrolìa” ci lascia col fiato sospeso
fino all’ultima pagina dove appaiono, come un faro nel bel mezzo della tempesta, tutte le risposte
alle domande che ci siamo fatti fin dalle prime pagine.
Il tema della libertà è molto caro ad Abbate che nasce non solo come avvocato, ma anche come presidente
dell’associazione “Assodiritti”: “Qui parliamo e dibattiamo sui confini posti dalla nostra società e soprattutto
di tutti quegli ambiti in cui il diritto viene meno e ci sentiamo sopraffatti.”.