E’ entrato in carcere come avvocato ed è finito in manette. E’ successo a Roma nel penitenziario di Regina Coeli dove un legale in visita al suo assistito, un detenuto, è stato “pizzicato” durante il colloquio mentre consegnava della cocaina al cliente.
Pensava di passare inosservato alla vigilanza portando in carcere quattro grammi dello stupefacente, invece gli agenti di polizia penitenziaria lo hanno scoperto durante la cessione della droga e ammanettato. Oltre alla cocaina è stata trovata anche sostanza da taglio.
Da difensore a imputato nel giro di pochi minuti; l’uomo dovrà rispondere dell’accusa di spaccio con l’aggravante di aver portato stupefacenti all’interno di una struttura penitenziaria. Come riporta oggi il Messaggero l’arresto, avvenuto in flagranza di reato, è stato convalidato. Per l’avvocato il giudice ha disposto i domiciliari in attesa della prossima udienza, che si terrà il 2 marzo. L’avvocato in aula ha ammesso quanto accaduto tentando di giustificarsi spiegando che sta attraversando un momento difficile della sua vita.
Capita che parenti e amici vengano scoperti durante i colloqui in carcere mentre cercano di passare ai detenuti droga ma anche cellulari e schede telefoniche. Anomalo invece il caso di un legale invischiato in giri loschi. Lo scorso dicembre a finire nei guai è stato un odontotecnico. L’uomo, secondo l’accusa di un cliente, avrebbe ceduto droga ai detenuti nel carcere di Rebibbia. (eg)