Arriva al poligono di tiro a Roma zona Tor di Quinto per affittare una pistola. Sono le 8.55 di domenica, ma l’uomo non va verso la linea di tiro. Esce, sale in macchina e viaggia armato verso Fidene dove mezzora dopo aprirà il fuoco sulle persone del consorzio Valle Verde in riunione in un gazebo fuori da un bar uccidendone tre. Una sparatoria che si conclude con il fermo del presunto responsabile Claudio Campiti, e la visita degli uomini dell’Arma al poligono dove secondo le carte l’uomo doveva essere ancora all’interno con la Glock calibro 45 noleggiata. Invece il 57enne quel giorno non sarebbe stato mai visto arrivare alla linea di tiro.

Qualcosa evidentemente non ha funzionato, e merita un serio  approfondimento. Per questo che il presidente dell’Unione italiana tiro a segno, Costantino Vespasiano spiega: “Attendiamo gli esiti delle indagini, con l’impegno di farci promotori presso le amministrazioni dello Stato affinché le misure di sicurezza e l’azione di verifica del loro rispetto siano più stringenti possibile, per garantire la sicurezza dei tiratori e quanti si accingono a maneggiare armi”. Per l’ente si tratta di “un atto di responsabilità nel contribuire a individuare ogni disfunzione possa aver creato i presupposti” della sparatoria di Fidene con un’arma rubata nel poligono di tiro di Tor di Quinto. Intanto in attesa dell’esito delle indagini, informa la Uits, il presidente della Sezione di Roma si è autosospeso.

Al momento non risultano indagate altre persone oltre Campiti che frequentava da tempo il poligono e sarebbe stato un tiratore esperto. I carabinieri, riporta l’Ansa, effettueranno una serie di acquisizione nel poligono di tiro di Tor di Quinto dove è stata rubata l’arma. Al vaglio oltre ai verbali di ingresso e uscita anche le immagini delle telecamere presenti all’interno della struttura, attualmente sotto sequestro preventivo. (eg)