Home NOTIZIE CRONACA Caso Hasib Omerovic, agenti intervenuti senza mandato di perquisizione

Caso Hasib Omerovic, agenti intervenuti senza mandato di perquisizione

Non c’era un mandato di perquisizione da parte della Procura capitolina. E’ quanto emerge dai primi accertamenti sul caso di Hasib Omerovic, il 36enne disabile precipitato dalla finestra dopo una visita di agenti in borghese nella casa a Primavalle lo scorso luglio. Bisognerà ora capire se si sia trattato di una perquisizione di iniziativa.

Tra le ipotesi quella di una possibile verifica dopo che una residente aveva pubblicato su un gruppo Facebook un post, poi rimosso, che metteva in guardia su un uomo che aveva infastidito lei e la figlia: “attenzione importuna tutte le ragazze” aveva scritto pubblicando una foto.

Gli agenti coinvolti saranno sentiti per chiarire quanto accaduto e spiegare se la decisione è stata presa in autonomia o su indicazione di un superiore. Nel frattempo gli inquirenti hanno già sentito i vicini della famiglia Omerovic. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per tentato omicidio contro ignoti e sta svolgendo le indagini insieme alla Squadra Mobile con la piena collaborazione da parte della Polizia di Stato.

La denuncia della famiglia di Hasib

A denunciare l’accaduto è stata la famiglia di Hasib che in un esposto parla di quattro persone in borghese e senza mandato, che la mattina del 25 luglio scorso sono arrivate nell’appartamento a Primavalle qualificandosi come agenti della Polizia di Stato. Sarebbe nata un’improvvisa colluttazione. L’esposto riporta inoltre che, quando gli agenti escono dall’abitazione, il corpo di Hasib giace insanguinato sull’asfalto, dopo essere precipitato dalla finestra della sua camera da un’altezza di circa 8 metri. All’interno dell’abitazione sarebbero stati in seguito rinvenuti il manico di una scopa spaccato in due e numerose macchie di sangue su vestiti e lenzuola. La porta della camera di Hasib sarebbe risultata sfondata.

La testimonianza della sorella

Nell’appartamento con il 36enne c’era la sorella anche lei disabile che avrebbe visto gli agenti in borghese picchiare Hasib. “Ho sentito suonare e ho aperto la porta. Una donna con degli uomini vestiti normalmente sono entrati in casa. Hanno chiesto di documenti di Hasib, hanno fatto le foto, lo hanno picchiato con il bastone. Hasib è caduto e hanno iniziato a dargli pugni e calci. Lo hanno preso dai piedi e lo hanno buttato giù” avrebbe detto nell’esposto la sorella minore di Hasib che ora si trova ricoverato all’ospedale in coma. A chiedere verità sul caso insieme alla famiglia, l’Associazione 21 luglio che ha lanciato sul proprio sito un appello con raccolta firme indirizzate al Capo della Polizia Lamberto Giannini, “per chiedere, per quanto è nelle sue competenze, di aiutare per fare luce su quanto accaduto la mattina del 25 luglio nell’appartamento di Primavalle dove viveva Hasib”.

In relazione all’intervento effettuato a fine luglio in zona Primavalle dagli agenti del locale Distretto di Polizia nell’abitazione della famiglia Omerovic, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha comunicato che il Capo della Polizia Lamberto Giannini segue in prima persona gli accertamenti che la Questura di Roma sta effettuando per far luce su quanto accaduto con la massima trasparenza garantendo una costante collaborazione alla Procura della Repubblica.(eg)