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Roma, disabile rom giù dalla finestra dopo visita presunti agenti: la denuncia della famiglia

Un momento della conferenza stampa

E’ da 50 giorni in gravissime condizioni dopo un volo di 8 metri dalla finestra dell’appartamento dove vive a Roma zona Primavalle, Hasib Omerovic. Sui motivi del tragico evento la famiglia del ragazzo di 36 anni sordomuto dalla nascita di origine rom, che adesso si trova in coma, chiede “Verità per Hasib!” e denuncia. Ed è proprio in una conferenza stampa che oggi, lunedì 12 settembre, la famiglia ha raccontato la sua versione dei fatti come riportato anche nell’esposto che lo scorso 5 agosto i coniugi Omerovic/Sejdovic hanno depositato alla Procura della Repubblica.

La madre: “Mio figlio è in coma. Voglio la verità”

“Voglio conoscere la verità di quanto accaduto in quei drammatici minuti dentro la mia abitazione”, ha dichiarato Fatima Sejdovic la madre della vittima, durante la conferenza stampa organizzata presso la Sala stampa della Camera dei Deputati a cui hanno partecipato il deputato Riccardo Magi, Carlo Stasolla, portavoce di Associazione 21 luglio e gli avvocati della famiglia Arturo Salerni e Susanna Zorzi.

“Mio figlio ora è in coma, la vita della mia famiglia irrimediabilmente devastata. Ci siamo dovuti allontanare dalla nostra casa perché abbiamo paura e attendiamo dal Comune di Roma una nuova collocazione. Come madre non cesserò di fare di tutto per conoscere la verità su quanto accaduto a mio figlio e agire di conseguenza” ha detto come riporta in una nota l’Associazione 21 luglio.

L’interrogazione al ministero dell’Interno

Secondo il deputato Riccardo Magi, che sul caso ha presentato un’interrogazione al Ministero dell’Interno: “Di fronte a questa tragedia e alla dinamica ancora non chiarita che la rende ancora più sconvolgente la famiglia di Hasib chiede e merita risposte chiare e in tempi brevi. La madre ha deciso di mostrare l’immagine scioccante del proprio figlio che giace sull’asfalto dopo essere precipitato, nella speranza che l’attenzione pubblica possa aiutarla ad ottenere verità. Le istituzioni democratiche tutte hanno il dovere e insieme il bisogno della stessa verità”.

Carlo Stasolla, portavoce di Associazione 21 luglio, organizzazione che segue e supporta la famiglia anche sotto il profilo legale ha dichiarato: “Su questa vicenda, dai profili ancora poco chiari, importante sarà che il lavoro della Magistratura faccia il suo corso senza interferenze e pressioni e che le istituzioni democratiche garantiscano alla madre di Hasib il raggiungimento della verità alla quale ha diritto. Su questo, come Associazione 21 luglio, presteremo la massima attenzione”.

I partecipanti alla Conferenza Stampa continueranno a sostenere la famiglia Omerovic/Sejdoviic nella ricerca della verità. Associazione 21 luglio sul proprio sito ha lanciato un appello con raccolta firme indirizzate al Capo della Polizia Lamberto Giannini, per chiedere, per quanto è nelle sue competenze, di aiutare per fare luce su quanto accaduto la mattina del 25 luglio nell’appartamento di Primavalle dove viveva Hasib.

La denuncia choc della famiglia

L’Associazione 21 luglio spiega in una nota che “Da circa tre anni la famiglia Omerovic/Sejdovic, di origine rom e di cui fanno parte i genitori e quattro figli, due minori e due disabili adulti, avendo portato a termine con successo un percorso di inclusione sociale, è fuoriuscita dall’insediamento di provenienza per fare ingresso in un’abitazione dell’edilizia residenziale pubblica in zona Primavalle, a Roma. La famiglia si è inserita positivamente nel tessuto sociale del quartiere”.

Il 5 agosto 2022 i coniugi Omerovic/Sejdovic hanno depositato un esposto alla Procura della Repubblica nel quale vengono riportati i fatti che sarebbero accaduti nei giorni precedenti: a seguito di un post sui social successivamente cancellato, su Hasib Omerovic, 36 anni, sordomuto dalla nascita e incensurato, scaturiscono vaghe voci relative a sue presunte azioni volte a infastidire alcune giovani del quartiere”.

“Sempre secondo l’esposto, il 25 luglio scorso, quando nell’appartamento risultano presenti Hasib e la sorella, anche lei disabile, quattro persone in borghese e senza mandato” che si sarebbero qualificate “come agenti della Polizia di Stato fanno il loro ingresso nell’appartamento. Vengono chiesti i documenti di Hasib, che prontamente li deposita sul tavolo. Secondo quanto appreso da una testimonianza raccolta – prosegue l’Associazione 21 luglio – sarebbe nata un’improvvisa colluttazione”.

L’esposto riporta inoltre che, quando i presunti “agenti escono dall’abitazione, il corpo di Hasib giace insanguinato sull’asfalto, dopo essere precipitato dalla finestra della sua camera da un’altezza di circa 8 metri, andando a impattare sul manto di cemento sottostante. All’interno dell’abitazione – prosegue la nota – sarebbero stati in seguito rinvenuti il manico di una scopa spaccato in due e numerose macchie di sangue su vestiti e lenzuola. La porta della camera di Hasib sarebbe risultata sfondata”. Portato in ospedale a causa dei numerosi traumi, il giovane Hasib è da cinquanta giorni in gravissime condizioni. A seguito dell’esposto l’ipotesi avanzata dal Pubblico Ministero è quella di tentato omicidio. (eg)

Aggiornamento ore 20

In relazione all’intervento effettuato a fine luglio in zona Primavalle dagli agenti del locale Distretto di Polizia nell’abitazione della famiglia Omerovic, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza comunica che il Capo della Polizia Lamberto Giannini segue in prima persona gli accertamenti che la Questura di Roma sta effettuando per far luce su quanto accaduto con la massima trasparenza garantendo una costante collaborazione alla Procura della Repubblica.