Prima un fegato, poi un rene e infine pezzi di pelle. Organi che galleggiavano nello specchio di mare a Foce Verde sul litorale di Latina e che hanno allertato bagnanti e forze dell’ordine per giorni. Alla fine il giallo si è risolto scartando l’ipotesi che si trattasse di resti umani.

“In relazione al rinvenimento di organi avvenuto nei giorni scorsi sul litorale di Latina, – precisa la procura – i risultati preliminari degli accertamenti di biologia molecolare, nonché di natura anatomopatologica, disposti da questo Ufficio consentono di escludere che si tratti di organi umani. Sono peraltro in corso accertamenti ulteriori”.

Il primo avvistamento è stato fatto da una ragazza che si è trovata davanti mentre faceva il bagno qualcosa che sembrava essere un fegato. Neppure 24 ore ed ecco che nella stessa area altri turisti avvistano quello che poteva essere un rene. In entrambi i casi sono scattati subito gli accertamenti della capitaneria di porto che oltre a prendere in consegna i resti “sospetti” hanno pattugliato il litorale alla ricerca di eventuali altri pezzi di corpi. Sì perché tra le ipotesi era stata avanzata anche quella che gli organi appartenessero a persone scomparse nella zona nei mesi precedenti. Più verosimilmente si era pensato alla possibilità che gli organi appartenessero ad un animale, forse un maiale, che era stato macellato.

Per sciogliere ogni dubbio la procura di Latina aveva disposto un esame medico legale ed anatomopatologico svolto nell’istituto di anatomia patologica dellUniversita’ di Tor Vergata a Roma. Verifica doverosa “in considerazione del fatto che gli organi umani hanno talvolta analogie di struttura e dimensioni con quelli animali”. Per questo è stato necessario esaminare correttamente i reperti “per poter escludere in maniera certa trattarsi di organi umani”.