Home NOTIZIE CRONACA Roma, Omicidio Cerciello Rega: i due americani condannati anche in secondo grado...

Roma, Omicidio Cerciello Rega: i due americani condannati anche in secondo grado ma evitano l’ergastolo

In primo grado erano stati condannati entrambi all’ergastolo, mentre ora per Elder la condanna scende a 24 anni e per Hjorth a 22. La vedova: "Il sacrificio di mio marito Mario non deve essere dimenticato"

Ridotte le pene dalla Corte di Assise di Appello di Roma per Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth, i due americani accusati dell’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega nel luglio del 2019. In primo grado erano stati condannati entrambi all’ergastolo, mentre ora per Elder la condanna scende a 24 anni e per Hjorth a 22.

«Il sacrificio di mio marito Mario non deve essere dimenticato – dichiara Rosa Maria Esilio, vedova Cerciello –  Il dovere della memoria non è soltanto di noi familiari, ma è di tutti. Mario era un carabiniere orgoglioso, coraggioso che ha dedicato la sua vita alla sicurezza della società. Il suo sangue rimarrà in eterno su quella strada e non possiamo chiudere gli occhi dinnanzi alla sua decorata fedeltà nel giorno del nostro matrimonio e né davanti al suo corpo martoriato.»

Secondo l’accusa, Elder sarebbe uscito dall’albergo con un coltello con l’intenzione di uccidere il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, diventando quindi l’esecutore materiale del delitto. La regia di quella tragica serata del 26 luglio sarebbe però di Hjorth, partendo dalla ricerca di un po’ di coca a Trastevere fino allo scontro armato con i due carabinieri. Negli ultimi due anni e mezzo la vicenda, complessa e contorta, è stata analizzata in ogni suo aspetto, portando il 5 maggio 2021 in primo grado ad una condanna per entrambi all’ergastolo che nella requisitoria del 10 febbraio scorso il sostituto procuratore generale Vincenzo Saverino aveva chiesto di confermare.

A detta degli avvocati dei due giovani americani è una grande delusione la modifica della sentenza di primo grado con la quale i giudici d’appello hanno accolto solo in parte le obiezioni loro presentate. Una delusione soprattutto per Francesco Petrelli, difensore di Hjorth che puntava tutto sul dimostrare la sua completa estraneità al fatto: «Non nascondo una grande delusione. Avevamo dimostrato l’estraneità di Gabriel Natale a questo fatto omicidiario, non aveva previsto l’omicidio, che non era prevedibile. Ci aspettavamo fosse riconosciuta la sua innocenza. Leggeremo le motivazioni, perché credo che non sarà facile motivare una condanna in una vicenda così complessa.»