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Caro bollette, nel Lazio bar e ristoranti in affanno: 1.500 rischiano la chiusura

I bar e i ristoranti del Lazio sopravvissuti alla pandemia, si preparano ad affrontare nuovi mesi complicati. Le scadenze fiscali, il caro-bollette e l’aumento delle materie prime a causa della guerra in Ucraina, mette a rischio la sopravvivenza di 1.500 tra bar e ristoranti. È Confesercenti a lanciare l’allarme: senza aiuti da parte del governo molte imprese della Capitale rischiano di chiudere.

L’impennata del costo delle bollette inizia già a farsi sentire, così come l’aumento del prezzo delle materie prime, indispensabili alle imprese di ristorazione. E a complicare le cose ci sono anche le scadenze: nei prossimi mesi, bar e ristoranti, dovranno restituire allo Stato una parte dei fondi a cui hanno avuto accesso dopo lo scoppio della pandemia.

Una situazione che rischia di esaurire le risorse di molte attività, già provate dai due anni di Covid. Proprio ora che, anche grazie ai dehors, i conti iniziavano a quadrare. Claudio Pica, presidente di Confesercenti, ha annunciato la richiesta di sostegni al governo. La soluzione temporanea potrebbe essere la proroga della restituzione dei prestiti e la rateizzazione delle bollette più salate.

Un modo per superare indenni l’estate e provare a sistemare i conti grazie agli introiti dei mesi più caldi: “Si tratta di soluzioni momentanee – ha precisato Pica – l’unica alternativa che possiamo mettere sul tavolo. Non c’è altra possibilità perché i soldi, in questo momento, non ci sono. Anche i romani, lo stiamo già vedendo, sono molto più frenati”, è il commento del presidente di Confesercenti.