Il mare genera ricchezza, occupazione e innovazione, e non solo d’estate, ma rappresenta una risorsa costante per l’intero Paese. Dalle filiere dell’ittica e la cantieristica, ai servizi di ristorazione e di alloggio, dalle attività ricreative e sportive alle industrie delle estrazioni marine. Sono tanti i settori che contribuiscono alla crescita emersa dal XII Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare a cura dell’Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare Ossermare, Centro Studi Tagliacarne – Unioncamere, Informare, Camera di commercio Frosinone Latina e Blue Forum Italia Network che evidenzia come con 227.975 imprese e 1.040.172 di occupati, l’economia del mare in Italia generi un valore aggiunto diretto pari a 64,6 miliardi di euro.
“I numeri sono estremamente positivi. Tutti i valori e il numero degli addetti è cresciuto. Il numero degli indicatori rispetto alla componente diretta è cresciuta. La componente indiretta, cioè il famoso moltiplicatore che prima era 1,7, è diventato 1,8. Le imprese sono stabili, ma quello che è molto importante è che cresce il Sud e si consolida il primato del Sud come imprese dell’economia del mare.” Lo ha detto Giovanni Acampora, presidente Assonautica Italiana, Si.Camera e Camera di commercio Frosinone Latina, in occasione della presentazione del XII Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare.
Il consolidamento del Sud nell’Economia del Mare
Il consolidamento del primato del Sud è un dato importante che fa pensare ad una sorta di riequilibrio nazionale. Infatti è proprio nel meridione che si concentra un terzo dell’intero ‘prodotto blu’, un settore, quindi, che sta decollando in ogni suo aspetto e che rispetto al Rapporto del 2023, vede un’ulteriore crescita di quasi un punto percentuale nel valore aggiunto complessivo.
“La blue economy è molto attenzionata rispetto agli anni precedenti. È un’area che guarda molto alla sostenibilità e alla transizione green. Inoltre, è un’economia rivolta soprattutto al Sud del Paese perché un terzo dell’economia è concretizzato proprio nel Mezzogiorno. Dobbiamo coltivare sempre più questo filone che guarda al mare come una risorsa e come un’occasione”. Così Andrea Prete, presidente di Unioncamere, a margine della presentazione del XII Rapporto nazionale sull’Economia del Mare.
“È davvero una sorpresa, una piacevole sorpresa soprattutto per quelle regioni del Mezzogiorno che hanno fatto e continuano a fare fatica per poter riequilibrare la condizione economica e sociale rispetto al Nord. Dobbiamo fare rete, dobbiamo convincerci che nel Mediterraneo cresce la competizione e la concorrenza con i Paesi del Nord Africa e del vicino Medio Oriente, bisogna riqualificare la rete portuale, aggiornarla, elettrificare. C’è tanto da fare, ma il mare come risorsa è già entrata nell’agenda del governo e delle autorità locali e regionali. Questo significa che con un dialogo più concreto, possiamo davvero lavorare per far crescere un settore che conta oltre 1 milione di addetti, circa 230mila imprese e con un valore aggiunto di circa il 10%”. Lo ha detto Nello Musumeci, ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, a margine della presentazione del XII Rapporto nazionale sull’Economia del Mare.