In Italia sempre più giovani e giovanissimi inviano foto intime attraverso i social. Che, nella vita dei teenager, rappresentano una crescente fonte di rischio. L’invio di foto intime – addirittura pubblicate direttamente sui social – coinvolge circa l’80% dei ragazzi italiani.
Questo emerge dall’indagine nazionale 2024 sugli stili di vita degli adolescenti in Italia, condotta da ‘Laboratorio Adolescenza’ e dall’Istituto di ricerca Iard, con il supporto operativo di Mediatyche Srl, su un campione rappresentativo di 3.427 studenti tra i 13 e i 19 anni.
Social network e sesso, i dati dell’indagine
Secondo i dati, il 15% delle ragazze e il 10% dei ragazzi hanno pubblicato almeno una volta foto o video sessualmente provocanti sui social. Nella fascia d’età 17-19 anni, questa percentuale sale al 18%. L’invio di foto intime ai partner è ancora più diffuso: il 55% delle ragazze e il 52% dei ragazzi lo ha fatto, con percentuali che arrivano al 75% nei più grandi e superano l’80% tra le ragazze. Nonostante la consapevolezza dei rischi aumenti con l’età, questi comportamenti continuano, esponendo i giovani al pericolo di revenge porn, diffusione virale delle immagini e compromissione della loro immagine personale.
Una delle principali preoccupazioni è il rischio di essere ‘bannati’ dalla piattaforma, perdendo così l’accesso al proprio mondo social. Il 15,7% dei ragazzi ritiene che non ci siano problemi se si ha fiducia nel destinatario delle foto o dei video. Un 34% riconosce che non è prudente, ma comprensibile, mentre un 45% afferma categoricamente che non si dovrebbe mai fare, anche se poi alcuni lo fanno comunque. In situazioni critiche, il 42% degli adolescenti dichiara che denuncerebbe alla polizia postale (percentuale che cresce con l’età), il 20% si rivolgerebbe ai genitori (quota che diminuisce con l’aumentare dell’età) e l’11% si confiderebbe con gli amici.
Loredana Petrone, psicologa e sessuologa dell’Università La Sapienza di Roma, afferma in merito: “”Condividere immagini o momenti intimi attraverso la Rete ha un nome ben preciso, sexting, ed è espressione di come anche la sessualità si sia trasformata con l’utilizzo delle nuove tecnologie. Vale per gli adulti e, dobbiamo farcene una ragione, vale anche per gli adolescenti. Ma mentre per gli adulti sembra ormai essere stato normalizzato all’interno del nostro scenario culturale, quando si parla di adolescenti i discorsi relativi al sexting virano verso il panico morale e, ancora una volta, discriminano le donne”.