Presunti appalti truccati, corruzione e traffico di influenze illecite. Queste alcune delle accuse che hanno portato oggi all’arresto di un imprenditore e di un generale dei carabinieri nell’ambito di un’indagine per corruzione e turbativa d’asta nata a Milano e arrivata nel Lazio.
In una nota, il procuratore di Milano, Marcello Viola, ha reso noto che oggi “il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano ha dato esecuzione a una ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari” nei confronti di “un imprenditore laziale. Nello stesso contesto i Carabinieri del R.O.S. hanno provveduto a eseguire analogo provvedimento a carico di un Ufficiale Generale dell’Arma”.
Corruzione, chi sono gli indagati
Un’ordinanza di arresti domiciliari è stata eseguita a carico del generale Oreste Liporace, comandante dei carabinieri del secondo reggimento allievi, marescialli, brigadieri di Velletri (Roma) per corruzione, turbativa e false fatture nell’ambito dell’inchiesta del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano e del pm milanese Paolo Storari. L’”imprenditore collegato” a Liporace è invece Ennio De Vellis.
I due uomini sono indagati “per i reati di traffico di influenze illecite, emissione di fatture per operazioni inesistenti, corruzione e turbata libertà degli incanti”. Nel procedimento penale “risultano altresì indagati in stato di libertà altri imprenditori, funzionari e dirigenti pubblici di Amministrazioni centrali dello Stato”.
Le indagini si sono concentrate “su illecite assegnazioni di fondi e appalti pubblici in cambio di denaro e altre utilità, nonché mediante la concertazione dei soggetti economici fittiziamente partecipanti alle procedure di gara”.