Mobilità e sostenibilità al 3° Simposio di Fondazione Roma: collaborazione pubblico e privato per vincere la sfida

Ripensare il trasporto pubblico per riuscire a disincentivare l’uso delle automobili, creare infrastrutture per i veicoli elettrici, aumentare le piste ciclabili e promuovere la collaborazione tra pubblico e privato per realizzare opere a servizio di Roma (e dei romani). Un impegno fatto di programmazione e sfide per cambiare l’attuale modello di trasporto urbano e dimostrare che la mobilità nella Capitale può essere sostenibile.

Roma e la sfida della mobilità sostenibile, al terzo Simposio della Fondazione Roma

Mobilità e sostenibilità, queste le due parole chiave del Simposio – appuntamento giunto alla sue terza edizione e organizzato da Fondazione Roma nel pomeriggio di ieri presso la prestigiosa sede di Palazzo Sciarra – cui hanno partecipato l’assessore alla Mobilità di Roma Capitale Eugenio Patanè, il sottosegretario all’Economia Federico Freni, Ivan Bassato, Chief Business Unit Aviation di Aeroporti di Roma, il fondatore dell’Osservatorio Bikeconomy Gianluca Santilli e il due volte campione del mondo di ciclismo Paolo Bettini.

Un incontro per confrontarsi con istituzioni ed esperti di settore per cercare di ragionare sul tema ‘mobilità‘ in termini di salute per i cittadini, di sicurezza e di sviluppo economico, naturalmente sempre in chiave di reale sostenibilità. Ma anche su azioni concrete come quelle messe in campo da Fondazione Roma, che a sue spese realizzerà un nuovo tratto di pista ciclabile a Testaccio.

“Non è più tempo solamente di parlare di mobilità sostenibile, ma di realizzare iniziative vere e proprie – ha spiegato nell’aprire i lavori del terzo Simposio Franco Parasassi, presidente di Fondazione Roma – e pertanto lo abbiamo fatto con uno stanziamento di un milione e trecento mila Euro per realizzare una nuova pista ciclabile che collega la ciclabile del Lungotevere con l’ex Mattatoio”. E in merito ha poi aggiunto: “Quando si parla di mobilità sostenibile non si può prescindere da una pista ciclabile che può trasformarsi in un progetto di rigenerazione urbana”.

Parasassi (Fondazione Roma): Collaborazione pubblico-privato necessaria anche in vista del Giubileo

“Questo è solo un primo passo, benché importantissimo – ha sottolineato il presidente Parasassi – e il modello di partenariato pubblico-privato è uno degli strumenti più rapidi ed efficaci per migliorare i servizi a favore delle comunità e per realizzare una mobilità sostenibile, soprattutto a pochi mesi dal Giubileo. Perché detto modello funzioni occorre, però, che le iniziative siano condivise in ogni fase, da quella progettuale a quella realizzativa. Soprattutto per evitare che il soggetto privato sia percepito solo come quello che mette le risorse ed il soggetto pubblico come quello che si limita a rilasciare eventuali autorizzazioni”.

Il bene comune e l’importanza della tutela da parte di tutti

Fondazione Roma vuole essere un modello per l’intero sistema e per altre operazioni che possono nascere, con il contributo nostro o di altri soggetti. C’è, tuttavia, un punto per noi imprescindibile – ha proseguito Parasassi – perché siamo convinti che infrastrutture come queste siano percepite come un bene comune, di cui dovranno prendersi cura in tanti: abitanti, sportivi, aziende, famiglie, istituzioni, cittadini. Il mio è un appello alla tutela di un bene che verrà utilizzato da tutti, e che da tutti dovrà essere curato e manutenuto”.

Avanti con Ztl Fascia Verde, Patané: “Infrastrutture ma anche provvedimento di disincentivo al traffico”

Tra le azioni di programmazione in tema di miglioramento della mobilità futura che l’amministrazione capitolina intende mettere in campo, particolare attenzione viene posta agli aspetti di sostenibilità anche ‘sociale’ e di salute pubblica. “E’ evidente che come dicono tutti gli studi che si occupano di questi temi, alla creazione di infrastrutture deve seguire anche un provvedimento di disincentivo al traffico. Quindi proseguiamo con il posizionamento delle telecamere per controllare la Fascia Verde” ha dichiarato l’assessore capitolino alla Mobilità Eugenio Patané.

“I provvedimenti, man mano che monitoriamo il Piano della Qualità dell’aria, saranno presi insieme alla Regione. Poiché, secondo la legge, è materia di competenza regionale. Fino ad ora – ha sottolineato Patané – avevamo una Fascia Verde che però non era controllata: nonostante i divieti tutti entravano. Una modalità che non permetteva di abbassare gli inquinanti”.

Sicurezza stradale

Interpellato sulle “Zone 30” Patané ha spiegato che la priorità non è mettere un cartello, ma creare i presupposti per garantire vera sicurezza stradale, soprattutto dei pedoni “penalizzati, come i soggetti deboli, dalla conformazione urbanistica della città. Dobbiamo rendere le nostre strade più sicure”.

Tra gli elementi negativi che spesso incidono, la difficoltà di visibilità e le auto in sosta selvaggia: in doppia fila, sulle strisce pedonali e all’angolo delle strade. “Abbiamo delle norme al codice della strada che a Roma sono desuete – ha aggiunto Patané – una per tutte il divieto di parcheggio a 5 metri dall’incrocio. Perché ormai lo spazio fisico non c’è più, visto che ormai ci sono più macchine che guidatori”.

Sulle “Zone 30” l’assessore ha spiegato che l’intenzione del Campidoglio è “creare delle isole ambientali all’interno delle quali tutte le strade diventeranno a 30 km orari. Ciò significa che occorre ripensare l’asse stradale, il passaggio pedonale, togliere macchine parcheggiate, fare gli attraversamenti rialzati”. Non è solo avere il cartello “Zona 30”, ma un’operazione ben più complessa.

Freni (Mef): “Coordinamento pubblico-privato, lavorare insieme su obiettivi condivisi”

Auspica un approccio più laico e meno ideologizzato sul tema l’avvocato Federico Freni, Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, che aggiunge: “Le politiche fatte per slogan non hanno portato mai nulla di buono”. “Se avessimo lavorato tutti in modo diverso – prosegue Freni – consapevoli della strutturale esigenza di coordinare una mobilità sostenibile con le esigenze dei cittadini, probabilmente non saremo a questo punto”.

“Ogni città ha le sue peculiarità, non solo urbanistiche, e questi temi si risolvono con un coordinamento pubblico-privato, che devono andare a braccetto in questo comparto. La verità è che il pubblico, da solo, non ha le risorse per gestire una mobilità sostenibile in prospettiva.”. “Un coordinamento pubblico-privato che – sottolinea il Sottosegretario – non può essere ‘di beneficenza’, ma di guadagno legittimo e lecito per il privato. Tutti gli obiettivi di mobilità sostenibile richiedono un impegno di risorse assolutamente irrealistiche per le casse pubbliche, anche del comune più virtuoso d’Italia”. “Quindi bisogna lavorare insieme su obiettivi condivisi, per garantire una mobilità realmente sostenibile”, ha aggiunto Freni. Per poi chiosare: “Dal punto di vista sociale e anche infrastrutturale, come ad esempio per i punti di ricarica per l’auto elettrica, non possiamo spingere all’acquisto se poi non abbiamo infrastrutture che le possano sostenere”.

Aeroporto di Fiumicino, una smart city tra innovazione e efficientamento energetico 

La sostenibilità è di casa all’aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino: una smart city dove innovazione ed efficientamento energetico vanno di pari passo. Un lavoro fatto giorno dopo giorno per costruire la sostenibilità di domani. “Su Fiumicino – spiega Ivan Bassato, Chief Business Unit Aviation di Aeroporti di Roma – abbiamo un approccio caratterizzato dalla concretezza, il lavoro che ci porterà ad essere più o del tutto sostenibili domani è un lavoro che stiamo facendo da anni. L’aeroporto di Fiumicino, grazie alle iniziative e alle politiche di efficientamento energetico, processa quasi il doppio dei passeggeri e consuma metà dell’energia elettrica e dell’acqua che veniva consumata nel 2012. Oltre il 99% dei rifiuti prodotti vengono riutilizzati dando loro nuova vita. L’obiettivo e il lavoro, ora, è di non avere più emissioni di CO2 legate all’aeroporto nel 2030. Per questo si stanno costruendo parchi fotovoltaici e stiamo sperimentando modi per conservare nell’arco della giornata l’energia elettrica. E molte altre iniziative.”

Santilli (Osservatorio Bikeconomy): “La bicicletta significa turismo, smart city, lavoro”

La bicicletta come mezzo di spostamento sostenibile, ma anche volano di un’economia che in Italia ancora stenta a decollare, ma che rappresenterebbe invece un business da cogliere e sul quale investire. “La bikeeconomy – spiega il fondatore dell’Osservatorio Bikeconomy Gianluca Santilli – significa smart city, e noi abbiamo bisogno di riqualificare le nostre città e farle diventare ‘smart’ grazie a una mobilità più intelligente. Significa turismo in uno dei Paesi più belli per andare in bicicletta, e turismo vuol dire tanti miliardi che noi dobbiamo assolutamente guadagnare da questo nuovo turismo esperenziale. Significa anche produzione perché le bici più belle le fa l’Italia, ma i produttori stanno finendo in mani estere perché non sono supportati per competere a livello internazionale. Bikeeconomy significa inoltre qualità della vita, riqualificazione dei borghi e lavoro per i giovani”.



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