I beni archeologici rinvenuti durante gli scavi del cantiere di piazza Pia a Roma verranno delocalizzati e poi ricollocati all’interno di alcuni musei della città. Lo ha deciso ieri la Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale del Lazio, convocata con urgenza venerdì 14 giugno dal presidente Leonardo Nardella, segretario regionale Mic per il Lazio, per deliberare su una proposta della Soprintendente speciale di Roma, Daniela Porro.
La decisione ha permesso l’emanazione tempestiva del decreto di autorizzazione, garantendo la ripresa immediata dei lavori e il rispetto del cronoprogramma per la realizzazione del sottopasso di Piazza Pia.
Piazza Pia, i ritrovamenti saranno delocalizzati
L’autorizzazione prevede lo scavo a esaurimento, lo smontaggio, la delocalizzazione e lo stoccaggio dei resti di una fullonica e di un edificio residenziale di età imperiale scoperti durante i lavori. Questi reperti romani saranno successivamente ricollocati e musealizzati.
Il processo include anche il consolidamento, il distacco e la delocalizzazione dei resti murari, degli apparati decorativi e di rivestimento delle strutture. Sarà inoltre necessario lavare, classificare e studiare i reperti mobili rinvenuti, restaurare quelli più significativi e ricostituire il contesto archeologico. L’intera operazione sarà diretta scientificamente dalla Soprintendenza Speciale di Roma.
In merito, pochi giorni fa, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri commentava così i lavori di spostamenti dei ritrovamenti durante gli scavi: “I lavori che porteranno all’impacchettamento e spostamento dei reperti inizieranno oggi. Si tratta di un’operazione complessa ma possibile perché c’è una grande competenza da parte della Soprintendenza. Qui siamo in una fase di ‘archeologia di emergenza’ e tutto sarà realizzato in tempi molto serrati”.
Ha commentato ancora Gualtieri: “Questo è un caso emblematico e positivo di collaborazione istituzionale che permette di arrivare a una soluzione doppiamente positiva. È un ritrovamento molto importante che abbiamo scoperto proprio grazie all’opera. Secondo me aggiunge un fascino altissimo al nuovo progetto, che non è solo un sottopasso ma anche una pedonalizzazione, uno spazio pubblico e un abbraccio tra la città e la Santa Sede”.