Truffa delle assicurazioni: a Colleferro una rete di frodi sugli incidenti

Un’indagine condotta dalla polizia stradale di Colleferro, coordinata dalla procura di Velletri, ha portato alla luce un elaborato sistema di frode legata alle assicurazioni. Un gruppo di truffatori acquistava auto in pessime condizioni e simulava incidenti stradali per ottenere risarcimenti ingiustificati. Il piano coinvolgeva medici compiacenti e avvocati, riuscendo a guadagnare somme ingenti, ancora da quantificare. Ventuno persone sono state indagate e rinviate a giudizio per associazione a delinquere finalizzata alla frode assicurativa e falso ideologico in atti pubblici.

Il meccanismo della truffa delle assicurazioni

Il gruppo criminale operava acquistando veicoli prossimi alla rottamazione, utilizzandoli poi per inscenare incidenti stradali. Le dinamiche degli scontri venivano orchestrate in modo tale da giustificare i danni preesistenti sulle vetture.

Attraverso la compilazione del modulo di constatazione amichevole d’incidente, venivano redatte certificazioni mediche false, attestando lesioni fisiche inesistenti.

Due avvocati collaboravano per avanzare richieste di risarcimento alle compagnie assicurative, presentando le false dichiarazioni e le certificazioni mediche.

L’indagine della Polizia Stradale sulle truffe delle assicurazioni

Gli investigatori della polizia stradale di Colleferro hanno avviato le indagini dopo una querela presentata da una compagnia assicurativa, che aveva rilevato incongruenze in un sinistro stradale sospetto.

L’indagine ha coinvolto l’analisi di oltre 15 incidenti, verificatisi a Colleferro e nei comuni limitrofi. Durante l’inchiesta, la polizia ha scoperto che i membri del gruppo criminale alternavano i propri ruoli, firmando falsi rapporti di constatazione amichevole per ottenere i risarcimenti.

Coinvolgimento di medici e avvocati

Il sistema fraudolento non si limitava alla sola messa in scena degli incidenti stradali. Il gruppo si avvaleva della complicità di medici disposti a rilasciare certificazioni mediche false, attestando lesioni fisiche mai subite dalle presunte vittime.

Questi documenti erano fondamentali per supportare le richieste di risarcimento presentate alle assicurazioni dai due avvocati coinvolti. Questi ultimi, con le certificazioni mediche in mano, avviavano le procedure legali contro le compagnie assicurative, riuscendo spesso a ottenere consistenti somme di denaro.

I risultati delle indagini

L’operazione investigativa ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 21 persone, tutte accusate di associazione per delinquere finalizzata alla frode nel settore assicurazioni e al falso ideologico in atti pubblici.

Gli investigatori continuano a esaminare la documentazione per quantificare il danno economico subito dalle compagnie assicurative e per identificare ulteriori episodi di frode. Gli inquirenti stanno inoltre verificando se il gruppo abbia messo in atto simili truffe in altre regioni d’Italia.

L’origine del caso

Il caso è emerso nel marzo 2023, quando una compagnia di assicurazioni ha denunciato un sinistro stradale ritenuto non veritiero. La polizia stradale, attraverso un’attenta analisi documentale e indagini tecniche, ha smascherato il complesso sistema di frode.

A capo dell’organizzazione criminale vi erano due uomini: uno titolare di un’agenzia di assicurazioni e l’altro commerciante. Questi orchestratori reclutavano persone disposte a prestare la propria identità e firmare falsi documenti per ottenere i risarcimenti.

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