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Pronto soccorso, i tempi di attesa si allungano. Oltre 31 ore prima di un ricovero – Extra – Martedì 28 maggio 2024

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Il pronto soccorso è un reparto strategico per l’operato di ogni ospedale. E non solo perché chi vi accede ha, presumibilmente, un problema di salute urgente e serio. La “prima linea” di ogni nosocomio è, in realtà, un pilastro fondamentale nell’organizzazione di ogni struttura sanitaria.

Ce ne siamo accorti durante la fase più acuta dell’emergenza pandemica, quando i pazienti in preda al panico per il dilagare del virus hanno iniziato a prendere d’assalto gli ospedali che in breve sono andati in tilt. In realtà il Covid ha soltanto fatto emergere una criticità che da tempo il personale in servizio denunciava ma senza fortuna: mancano uomini e mezzi che possano garantire continuità operativa in reparto ma, soprattutto, se l’ospedale non ha abbastanza posti letto, ecco che il pronto soccorso si intasa con il risultato che i tempi di attesa si dilatano.

E in questo caso sono le statistiche a confermarlo: se nel 2019, ben prima quindi del Covid, il tempo medio di attesa per un cittadino che si rivolgeva all’unità di emergenza e urgenza dei nosocomi italiani era di almeno 25 ore, ora siamo arrivati ad una media di 31 ore di attesa. Ma sono, ovviamente, tempi medi che sommano casi virtuosi a contesti decisamente meno organizzati. A denunciarlo un report condotto da Simeu, la Società Italiana di Medicina Emergenza e Urgenza che rappresenta tutte le professionalità del settore.

Ma cosa rende così importante il reparto di pronto soccorso? Il primo aspetto è ovviamente la gestione delle situazioni di emergenza: il reparto è il primo punto di accesso per i pazienti che necessitano di cure urgenti, offre assistenza immediata a chiunque arrivi con condizioni critiche, traumi, o emergenze mediche e grazie alla disponibilità di personale medico specializzato e attrezzature avanzate, il pronto soccorso può effettuare diagnosi rapide e fornire trattamenti immediati che possono salvare vite.

Ma ovviamente questa struttura è strategica per la sicurezza pubblica perché deve gestire una vasta gamma di emergenze mediche, da incidenti stradali a infarti, ictus e altre condizioni potenzialmente letali. Un rapido intervento in situazioni di emergenza, il personale in servizio nella prima linea ospedaliera può ridurre significativamente la mortalità e la morbilità associata a molte condizioni acute.

Ci sono poi le finalità che consentono di far agire il pronto soccorso come un vero e proprio filtro per il sistema sanitario, stabilizzando i pazienti e indirizzandoli verso i reparti appropriati per cure specialistiche o ricoveri: un percorso fondamentale perché permette di ottimizzare l’uso delle risorse ospedaliere e migliora l’efficienza del sistema sanitario nel suo complesso.

Insomma, il reparto di pronto soccorso è cruciale per garantire che le emergenze mediche siano trattate tempestivamente e adeguatamente, proteggendo la salute pubblica e migliorando gli esiti clinici per i pazienti. Eppure sembra che da anni le istituzioni politiche e sanitarie abbiano dimenticato quanto importante sia il funzionamento di questo comparto che è stato progressivamente indebolito da una costante riduzione degli investimenti economici e strategici che per la verità hanno riguardato l’intero sistema sanitario.

E i dati diffusi da Simeu sembrano essere la conferma di quanto la situazione possa essere davvero critica e penalizzante soprattutto per i pazienti. In questa puntata di Extra, Claudio Micalizio ospita il dottor Fabio De Iaco, Presidente Nazionale di Simeu.

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