L’inquinamento non cresce nelle città metropolitane d’Italia; lo testimoniano i risultati del rapporto ‘MobilitAria 2024’ che analizza i dati della mobilità e della qualità dell’aria . Lo scorso anno non sono aumentati i valori di Biossido di Azoto (NO2) e sono diminuite le concentrazioni di Pm10. Buone notizie anche per Roma. Nella Capitale l’NO2, inquinante generato dai processi di combustione, è diminuito del 3 per cento e si è registrato anche un decremento delle concentrazioni del Pm10 (-4%).
MobilitAria 2024, l’inquinamento non cresce nelle città italiane: a Roma -4% Pm10
Per quanto riguarda le concentrazioni di particolato Pm2,5 in ognuna delle città analizzate è avvenuta una diminuzione della concentrazione. Insomma tranne che in pochi casi e comunque con moderazione il livello di smog nel 2023 non è cresciuto
Il Rapporto ‘MobilitAria 2024’ realizzato da Kyoto Club e dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iia) ha analizzato le 14 città metropolitane italiane: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia.
I dati sulle 14 città metropolitane
Per quanto riguarda l’NO2, la maggior parte delle città esaminate ha registrato, seppur di pochi punti percentuale, una riduzione delle concentrazioni medie (Roma e Catania -3%, Torino -8%, Firenze -12%, Milano -8%, Genova -13%, Napoli -3%, Venezia e Messina -4%, Palermo -6%) mentre restano invariate quelle di Cagliari, Bologna e Bari.
Per le città di Roma (-4%), Torino (-12%), Milano (-20%), Genova (-5%), Bari (-4%), Bologna (-16%), Cagliari (-4%), Napoli (-4%), si è registrato un decremento delle concentrazioni del Pm10, mentre per Messina (10%), Palermo (4%) e Firenze (4%) il 2023 è stato un anno in modesta risalita, restano stabili Venezia e Catania. Nonostante la generale tendenza in discesa delle concentrazioni, per Torino, Milano, Cagliari, Napoli e Venezia si rilevano diversi episodi di superamento del limite annuale.
Mobilità tornata alla situazione pre pandemia
“Nel 2023 l’andamento della mobilità nelle principali città italiane è progressivamente tornato alla situazione precedente alla pandemia Covid-19. La mobilità urbana è ripresa, l’auto è rimasta protagonista degli spostamenti urbani e il tasso di motorizzazione, tra i più elevati dell’Ue, ha continuato ad aumentare” si legge nel rapporto.
Le proposte di Kyoto Club e Cnr: “Mit agevoli la sperimentazione di città 30”
In occasione della presentazione di MobilitAria 2024, Kyoto Club e Cnr-Iia lanciano una serie di proposte condivise per l’implementazione di politiche di mobilità sostenibile e per una decarbonizzazione delle città.
“In primo luogo, si chiede di sostenere le virtuose esperienze delle Città 30, sull’esempio di Bologna, prima grande città italiana a sperimentare un limite generalizzato dei 30km/h sulle strade urbane un modello sempre più comune tra le città europee grandi e medie, da Grenoble in Francia a Graz in Austria, alla Città metropolitana di Bruxelles in Belgio, da Londra in Gran Bretagna a molte città spagnole e in Scozia, registrando dati rilevanti a breve termine circa la diminuzione della mortalità dei pedoni. Chiediamo che il Mit agevoli la sperimentazione di città 30″, dicono Kyoto Club e Cnr-Iia.
Sicurezza stradale
Inoltre, “nel merito della sicurezza stradale, servono regole e l’utilizzo di nuove tecnologie al fine di regolare il traffico privato, controllare i limiti di velocità mediante autovelox e ridisegno dello spazio urbano. Il nuovo Codice della Strada approvato dalla Camera dei deputati sembra puntare verso un’altra direzione”.
“Chiediamo una modifica al nuovo Codice della strada – sottolinea Anna Donati, coordinatrice del gruppo di lavoro ‘Mobilità sostenibile’ di Kyoto Club – una riforma che è stata proposta ‘per salvare vite in strada’ ma che nella sostanza prefigura il persistere della strage. Questo provvedimento limita molto l’autonomia di azione delle amministrazioni comunali, attacca e depotenzia Ztl, aree pedonali, sosta regolamentata, controlli elettronici e mobilità ciclistica. Tali misure ci allontanano dagli obiettivi del Piano Sicurezza Stradale 2030. Perciò il Kyoto Club chiede al Senato della Repubblica di correggere il testo licenziato a marzo 2024 dalla Camera dei deputati e di approvare un Codice della Strada a misura delle persone, che incrementi la sicurezza stradale e che restituisca strumenti di regolazione concreti alle città”.