Il settore della ristorazione a Roma mostra un bilancio in chiaroscuro. La città vede nascere più bar e ristoranti di quanti ne chiudano, come evidenziato durante la Giornata della ristorazione organizzata dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE) il 18 maggio scorso. Questo evento ha fornito un’analisi dettagliata degli esercizi di somministrazione nella Capitale per l’anno 2023, evidenziando sia aspetti positivi che preoccupanti.
La situazione occupazionale di bar e ristoranti
Bar e ristoranti a Roma rappresentano un’importante fonte di occupazione, con oltre 110.200 addetti impiegati nel settore. In vista del Giubileo e dell’apertura della Porta Santa, si prevede un aumento significativo della domanda di lavoratori stagionali.
Secondo studi recenti, nel settore della ristorazione mancano 44.000 lavoratori stagionali tra chef, cuochi, camerieri, banconisti, lavapiatti e personale alberghiero.
Questo aumento della domanda rappresenta una sfida, poiché molte aziende in altri settori già faticano a trovare le figure professionali necessarie.
Bilancio tra aperture e chiusure di esercizi
Il saldo tra le aperture e le chiusure di bar e ristoranti a Roma è positivo, con un incremento netto di 455 unità. Il Rapporto Ristorazione FIPE 2024 rivela un tessuto imprenditoriale dinamico e articolato, con oltre 16.400 ristoranti e 9.179 bar.
L’occupazione nel settore è significativa, con 110.200 addetti, di cui 80.047 dipendenti. Tuttavia, il 2023 ha visto la chiusura di 2.844 imprese, un dato che, nonostante il saldo positivo, segnala la necessità di interventi per supportare le attività esistenti.
Necessità di riqualificazione urbana
Per contrastare il fenomeno delle chiusure, la Fipe Confcommercio Roma sottolinea l’importanza di progetti di riqualificazione urbana.
In una nota, la Fipe Confcommercio Roma afferma che sono necessari interventi per promuovere uno sviluppo urbano sostenibile e valorizzare il ruolo sociale ed economico delle attività di prossimità. Il progetto “Cities” di Confcommercio mira a combattere la desertificazione commerciale e a sostenere le imprese locali.