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Roma, al Parioli arriva lo spettacolo ‘Anna dei Miracoli’

Arriva a Roma, al Parioli, la pièce teatrale Anna dei Miracoli, dopo un tour per tutta Italia. Mascia Musy interpreta il ruolo principale, sotto la regia di Emanuela Giordano, affiancata da Fabrizio Coniglio, Anna Mallamaci e Laura Nardi. Lo spettacolo, prodotto da La Pirandelliana per la Fondazione Lega del Filo d’Oro, sarà in scena dal 24 al 28 aprile al Teatro Il Parioli – Costanzo. Ecco la programmazione: mercoledì 24, venerdì 26 e sabato 27 aprile alle ore 21; giovedì 25 e domenica 28 aprile alle ore 17.

Anna dei Miracoli al Parioli

Ispirata alla vera storia di Helen Keller, la pièce teatrale Anna dei Miracoli racconta la storia di una ragazza sordocieca che, grazie all’insegnante Anne Sullivan, impara a parlare, leggere e condurre una vita indipendente, come Sabina Santilli, fondatrice della Lega del Filo d’Oro. L’opera si basa sul celebre film del 1962 The Miracle Worker, diretto da Arthur Penn.

Lo spettacolo teatrale esplora le dinamiche familiari quando si ha un figlio “diverso”. Come affrontano i genitori la comunicazione con il loro bambino? La pietà, la rabbia, la speranza e il senso di sconfitta sono i sentimenti contrastanti che pervadono i loro cuori. E Helen, cosa percepisce del mondo che la circonda? Quando sembra non esserci altra soluzione che istituzionalizzare la figlia, arriva Anna nella loro vita, con la sua esperienza di semi cecità e abbandono, per insegnare ad Helen a esprimersi e ai genitori a comunicare con lei.

Rossano Bartoli, presidente della Fondazione Lega del Filo d’Oro racconta: “Quella di Anna dei Miracoli è una storia capace di raccontare in modo emblematico il vissuto di tutte quelle famiglie che arrivano da noi prive di speranza dopo essersi sentite dire tante volte che non c’era nulla da fare con i loro figli. Racconta il loro senso iniziale di sconfitta e di impotenza e di quella fiducia che ripongono nella Lega del Filo d’Oro, che, passo dopo passo, oltre ad assistere i figli fornisce un supporto e un metodo alle famiglie per gestire e comunicare con i propri ragazzi”.

Conclude: “Ma non solo, questa opera teatrale narra il passaggio alla lingua dei segni, un bene immateriale dell’umanità, una rivoluzione linguistica che ha permesso di aprire un dialogo tra chi parla e chi non parla. La lingua dei segni, in questo caso tattile, permetterà ad Helen di raccontare la sua storia, di apprendere, di esprimere sentimenti e necessità, di crescere e di farsi rispettare”.

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