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Scontri Sapienza, 27 feriti tra le forze dell’ordine: nel corteo anche anarchici

Scontri Sapienza, 27 feriti tra le forze dell'ordine: nel corteo anche anarchici

Sono 27 gli appartenenti alle forze dell’ordine rimasti feriti ieri pomeriggio alla Sapienza durante gli scontri avvenuti davanti al rettorato e al commissariato Università. A dover ricorrere alle cure mediche sono stati 16 agenti del Reparto Mobile di Roma (due dei quali hanno avuto una prognosi superiore ai 20 giorni), 9 dipendenti della Questura di Roma e 2 appartenenti all’Arma dei Carabinieri.

Scontri Sapienza, 27 feriti tra le forze dell’ordine: nel corteo anche anarchici

Secondo quanto ricostruito dalla Questura di Roma tutto è iniziato nel pomeriggio di ieri martedì 16 aprile quando in occasione della riunione del Senato Accademico circa 300 studenti in presidio vicino al “pratone” dell’ateneo si sono mossi in corteo verso uno degli ingressi del rettorato chiuso, transennato e presidiato dal personale in servizio. Una manifestazione estemporanea promossa dal “Coordinamento Collettivi Sapienza” e dal “Movimento Studenti Palestinesi”.

Alcuni momenti di forte tensione si sono registrati tra manifestanti e forze dell’ordine sia davanti alla porta di accesso al Rettorato sia nei pressi del Commissariato di Polizia “Università”.

Tra i partecipanti al corteo riferisce la Questura di Roma è stata documentata la presenza di alcuni appartenenti al mondo anarchico, estranei ai contesti universitari e di un cittadino palestinese, componente dell’UDAP (Unione Democratica Arabo Palestinese ), già noto alle forze di polizia.

Studenti: “Nessun assalto al commissariato”

“Non c’è stato nessun assalto al commissariato, era appena stato arrestato un ragazzo e noi volevamo avere sue notizie. E’ stato bloccato in un momento in cui era solo e si era appena allontanato dalla manifestazione. È stato accusato di gesti violenti che non corrispondono alla realtà”. Lo sottolineano gli studenti del Coordinamento Sapienza for Palestine nel corso della conferenza stampa al rettorato dell’ateneo all’indomani dei tafferugli con le forze dell’ordine. “C’è una ragazza in ospedale ferita dai manganelli e ci sono due ragazzi sottoposti a processo per direttissima, una delle quali ieri è stata trascinata a terra e quasi spogliata”, aggiungono.

Gli arresti, tornano in libertà i due ragazzi fermati

Per i due ragazzi arrestati ieri durante le manifestazioni alla Sapienza, questa mattina si è svolto il processo per direttissima nelle aule del tribunale di Roma. Per entrambi i giovani il giudice ha convalidato l’arresto rimettendoli in libertà.

Per il ragazzo accusato di danneggiamento aggravato il processo è fissato per il 23 maggio. E’ chiamata in Aula il 22 maggio invece la ragazza a cui sono state contestate le accuse di resistenza e lesioni. A piazzale Clodio si è svolto un sit-in di solidarietà per i ragazzi organizzato dai collettivi universitari. Ad attendere l’esito dell’udienza c’erano i genitori di entrambi i giovani.

“Nostra figlia non ha alcun precedente, è incensurata, si è laureata in cooperazione internazionale alla Sapienza con 110 e lode. Ieri era all’università per accompagnare un amico di Padova e aveva con se’ anche il suo cane. Si è trovata di fronte le forze dell’ordine schierate ed è stata portata via dai poliziotti. Oggi aveva un colloquio di lavoro”, hanno raccontato. Fuori dall’aula anche il padre del ventisettenne libico arrestato. “Siamo in Italia da cinque anni, mio figlio studia economia e non ha precedenti”, ha detto il padre.

Fsp Polizia: “Sì a legge che imponga distanza a manifestanti’

Esprime solidarietà ai colleghi feriti Valter Mazzetti, segretario generale Fsp Polizia di Stato che ribadisce “i poliziotti sono stanchi di dover subire queste continue orde barbariche che si nascondono dietro al vessillo di studenti non violenti e disarmati. La folla è un pericolo se viola le regole della sicurezza, non impugnare un’arma – e ci mancherebbe pure! – non vuol dire poter fare qualsiasi cosa senza alcun limite. Vogliamo una legge che imponga una distanza minima fra i manifestanti e gli operatori in servizio d’ordine”.

“Gli operatori in divisa – prosegue il sindacalista – non devono essere toccati, chi partecipa a qualsiasi manifestazione deve restare rigorosamente lontano da donne e uomini che svolgono un servizio per la collettività e non possono puntualmente subire violenza di ogni genere. Ci aspettiamo punizioni più certe e severe per chi li aggredisce, e chiediamo a gran voce che si codifichi l’obbligo di mantenere la distanza dagli appartenenti alle Forze dell’ordine”.