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Raccolta differenziata, il Lazio fanalino di coda con la Campania secondo i dati Istat

Il Lazio figura tra le regioni meno virtuose nella raccolta dei rifiuti. Secondo i che dati emergono dall’undicesima edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) di Istat, infatti, il Lazio è – insieme alla Campania – fanalino di coda tra le regioni per percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti urbani.

Raccolta differenziata, i dati

Il 60,2% delle famiglie italiane risiede in comuni che hanno raggiunto il 65% di raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Le differenze territoriali sono notevoli: le regioni più virtuose sono la provincia autonoma di Trento, la Sardegna e le Marche, con oltre il 90% delle famiglie che vivono in comuni che hanno superato il 65%. Le regioni meno performanti sono il Lazio e la Campania, dove la percentuale si attesta poco oltre il 30%.

La raccolta differenziata mostra un costante miglioramento su tutto il territorio nazionale, sebbene con ritmi variabili. Nel 2022, si è registrato un significativo progresso in Sicilia, dove l’indicatore è aumentato di 8,1 punti percentuali, raggiungendo il 45,4%, sebbene resti ancora lontano dall’obiettivo.

Anche regioni con già elevati tassi di raccolta differenziata, come l’Emilia-Romagna (+6,8 punti percentuali), le Marche (+5,6 punti percentuali) e l’Umbria (+4,8 punti percentuali), hanno visto un aumento. Le uniche regioni che hanno registrato un calo nell’ultimo anno sono il Veneto, la Toscana, la Basilicata e la provincia Autonoma di Trento.

Connessione internet, il Lazio tra le migliori regioni 

Sempre secondo i dati emersi dall’undicesima edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) di Istat, nel 2023, in Italia, il 59,6% delle famiglie è raggiunto da una connessione internet ad alta velocità, e in questo caso il Lazio risulta invece tra le regioni più virtuose.

Alcune regioni hanno una copertura superiore al 70%, come il Molise (84,6%), la provincia autonoma di Trento (77,6%), la Campania (72,1%) e il Lazio (71,7%). In altre regioni, la quota non supera neanche il 40%, come la Calabria (36,1%) e la Sardegna (39,2%). Sia la provincia autonoma di Trento che il Molise, che nel 2019 erano le aree meno coperte d’Italia (rispettivamente 5,0% e 6,4%), hanno registrato significativi miglioramenti.