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Aggressioni autisti bus Roma, in arrivo body cam e pulsante antipanico

Aggressioni autisti bus Roma, in arrivo body cam e pulsante antipanico

Body cam, pulsante antipanico collegato al 112, telecamere interne ai bus e geolocalizzazione dei mezzi in tempo reale per la sicurezza degli autisti, ma anche dei cittadini. Sono alcune delle linee guida di uno schema di protocollo d’intesa tra Prefettura di Roma, Regione Lazio, sindacati di categoria e i gestori del trasporto pubblico locale Atac e Cotral.

Aggressioni autisti bus Roma, body cam e pulsante antipanico

L’obiettivo del documento che dovrà essere ratificato è di promuovere una serie di azioni tecnologiche che possano tutelare i lavoratori dei mezzi pubblici di Roma, ogni giorno in prima linea sulle strade con il rischio di essere aggrediti.

Decine e decine gli episodi di violenza denunciati: dal passeggero che pretende di salire fuori fermata alle sassaiole vicino ai campi rom, fino alla gang di baby bulli fermata nei giorni scorsi da un autista Atac che ha messo in salvo un ragazzino terrorizzato.

Tavolo di monitoraggio permanente

Non solo strumenti tecnologici. Tra gli impegni presi nell’incontro che si è svolto ieri in Prefettura con Regione Lazio, Atac, Cotral e i sindacati Filt-Cgil Roma e Lazio, Fit-Cisl Lazio, Uil Trasporti Lazio e Ugl Autoferro Roma e Lazio, anche quello di costituire un tavolo di monitoraggio con tutti i soggetti coinvolti. Dove non solo si farà una mappatura della situazione, ma si procederà a trovare soluzioni per il prossimo futuro che oggi non possono essere individuate.

Altro punto quello delle zone più a rischio. In questo caso sarà il Comune di Roma con un osservatorio locale ad individuare i territori che hanno necessità maggiori in termini di sicurezza, come le periferie. Aree che potrebbero essere dotate di video sorveglianza e dove sarebbe auspicata una maggiore presenza della polizia locale.

Pulsante collegato al 112 e geolocalizzazione mezzi

Tornando ai sistemi tecnologici di sicurezza, il protocollo prevede importanti strumenti come un “pulsante antipanico”, ovvero un sistema veloce d’emergenza che permetta all’autista del mezzo di chiamare immediatamente i soccorsi. Grazie alla geolocalizzazione dei mezzi, inoltre le forze dell’ordine potrebbero riuscire ad intervenire tempestivamente. Nei prossimi giorni dovrebbero iniziare dei test per verificare in che modo installare il congegno d’emergenza sui mezzi già in circolazione.

“Cotral e Atac in sinergia con la direzione regionale soccorso pubblico e 112 Nue, stanno cercando di mettere in campo un bottone antipanico, una sorta di dispositivo portatile per collegarsi direttamente al numero unico per le emergenze” spiega il segretario generale della Fit-Cisl del Lazio, Marino Masucci. 

Telecamere dentro i bus

Tra gli elementi utili per la sicurezza anche cabine blindate, telecamere su tutti i bus entro primo semestre 2025 e la body cam, la mini telecamera che avrebbe come anche le telecamere, un ruolo importante non solo per documentare azioni violente o comunque illegali, come furti e borseggi, ma anche di rappresentare un deterrente per le aggressioni.

Formazione per il personale e sostegno alle vittime di violenza

I sindacati si impegnano a valutare specifici moduli formativi per il personale in maniera possano reagire in maniera razionale alle situazioni critiche. Dovranno inoltre ideare e promuovere campagne comunicazione per il rispetto dei lavoratori da diffondere anche nelle scuole. 

Tema fondamentale è quello del sostegno ai lavoratori vittime di aggressione. Verranno promossi dei percorsi di formazione per il reinserimento anche graduale del dipendente traumatizzato e offrire assistenza legale e psicologica. 

Masucci (Fit-Cisl Lazio): “Tavolo permanente permette di proseguire monitoraggio fenomeno”

“Siamo moderatamente soddisfatti sul testo perché coglie due aspetti fondamentali” dice il segretario generale della Fit-Cisl del Lazio, Marino Masucci. “Il primo è che il problema della sicurezza va affrontato con tutti i soggetti coinvolti, inoltre la costituzione di un tavolo permanente fa sì che non sia un problema spot ma diventi strutturale e venga affrontato in termini appunto permanenti. C’è la necessità di monitoraggio del fenomeno che deve proseguire”.