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Università e servizi per gli studenti, quale qualità? A Roma bene ma non benissimo – Extra – Mercoledì 3 aprile 2024

Le classifiche vanno sempre maneggiate con cautela e, del resto, misurare ogni aspetto del quotidiano in numeri, graduatorie e dati statistici rischia di essere fuorviante, limitativo ma soprattutto (talvolta) ingeneroso. Eppure le graduatorie sono il parametro di valitazione più immediato e diffuso e quelle relative alla qualità su scala globale della formazione accademica italiana rischiano di essere deludenti e, in fondo, anche mendaci.

Anche perché, diciamolo, a livello internazionale non esiste un’unica graduatoria che, con parametri oggettivi e condivisi, certifichi in modo assoluto il ranking di un ateneo ma convivono diverse ricerche che annualmente sfornano le loro pagelle sull’offerta formativa universitaria a livello globale.

In realtà ogni università ha un ranking che però varia a seconda della graduatorie che consulta. L’ultima “pagella” è stata rilasciata da “QS Quacquarelli Symonds”, società specializzata nel campo dell’istruzione superiore e della ricerca, rinomata per le sue pubblicazioni annuali di classifiche universitarie ritenute particolarmente influenti e temute: nell’edizione di quest’anno del “QS World University Rankings”, l’Italia è censita con 42 poli universitati ma nessuno è nei piani alti della classifica.

Premesso che i risultati dell’ultima graduatoria differiscono leggermente dagli anni precedenti poiché sono state introdotte tre nuovi criteri di misurazioni (sostenibilità, risultati occupazionali e rete di ricerca internazionale) mentre al contempo sono stati rivisti i pesi di alcuni indicatori esistenti (come la Reputazione accademica, la Reputazione dei datori di lavoro e il Rapporto studenti-facoltà). Ebbene, il 90% degli atenei quotati dall’indice internazionale migliora la propria posizione contro un ateneo che perde posizioni e gli altri che rimangono stabili rispetto all’anno precedente.

Il Politecnico di Milano, che si piazza 123° a livello mondiale, conferma la sua leadership come migliore università italiana con un punteggio totale di 55.2, soprattutto grazie alla sua alta reputazione presso i datori di lavoro, piazzandosi al 99° posto a livello globale. La Sapienza Università di Roma si colloca al secondo posto in Italia, salendo al 134° posto a livello mondiale con un punteggio complessivo di 52.9 e distinguendosi per la sua forte rete di ricerca internazionale e buoni risultati occupazionali dei laureati. L’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna si piazza al terzo posto in Italia, migliorando di tredici posizioni rispetto all’anno precedente.

L’Università di Bologna si distingue per la sua reputazione accademica, classificandosi al 75° posto a livello mondiale. L’Università degli Studi di Padova registra un notevole miglioramento nella sua posizione rispetto all’anno precedente, evidenziando un ottimo risultato nella sostenibilità e nei risultati occupazionali dei laureati. Il Politecnico di Bari ottiene un eccellente punteggio nelle citazioni per docente, mentre l’Università Vita-Salute San Raffaele si distingue per il rapporto docenti-studenti. Tuttavia, la Libera Università di Bolzano ha visto ridursi il peso del suo indicatore di Facoltà Internazionale.

Questi dati evidenziano come l’Italia si posizioni meglio rispetto ad altri paesi dell’Unione Europea con più di 10 università classificate, offrendo un confronto con le medie globali su una serie di indicatori. E questo è sicuramente un ottimo risultato. Ma questi posizionamenti, alla fine, sono davvero all’altezza della tradizione formativa plurisecolare del nostro paese e, in ultima analisi, soddisfacenti? Il dibattito è aperto e, probabilmente, non si arriverebbe neppure ad una visione univoca.

Intanto però nelle scorse settimane gli studenti delle università romane hanno puntato il dito contro i bassi standard dell’offerta di servizi erogati in città. Il caso più eclatante riguarda sicuramente lo stato di degrado degli studentati che, spesso, presentano gravi carenze sul piano igienico e sanitario: in un report fotografico diffuso dalle principali associazioni universitarie della capitale, camere e locali comuni degli edifici destinati ad accogliere gli studenti sono contrassegnati dalla presenza di blatte, pareti scrostate, aule inagibili, fornelli non funzionanti e mattonelle saltate, crepe nel controsoffitto. Una situazione che i gruppi di “Primavera degli Studenti“, “Minerva” e “Udu” definiscono da incubo e per la quale hanno chiesto l’intervento della Regione “per garantire una vita dignitosa e sicura a studentesse e studenti”.

In questa puntata di Extra, Claudio Micalizio approfondisce il problema con Michele Sangiovanni, portavoce di “Primavera degli Studenti” che ai microfoni di Radio Roma Television denuncia tutti i limiti dell’offerta accademica e di servizi della capitale.