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Guerra in Ucraina, sarà conflitto globale? Parla Natalia Nikonorova, senatrice russa – Extra – Martedì 2 aprile 2024

Diciamo la verità, il conflitto in Ucraina sta evidenziando l’assoluta assenza di una leadership europea: oltre a far emergere la totale assenza in politica estera di una strategia comune o anche solo di una visione univoca, la guerra rischia di evidenziare l’assoluta inconsistenza di Bruxelles lasciando però campo libero ad estermporanee quanto pericolose fughe in avanti da parte dei singoli stati.

E così, l’Europa nata per espressa volontà dei suoi fondatori con lo scopo di garantire quella pace e quella stabilità che poi per 70 anni ha effettivamente mantenuto, ora rischia di perdere credibilità di fronte al perdurare di un conflitto drammatico.

Il rischio che molti analisti vedono profilarsi all’orizzonte è che di incertezza in incertezza o, peggio, di errore in errore si possa arrivare ad una mobilitazione su più ampia scala. Se il Papa ricorda settimanalmente la necessità di far cessare il fragore delle armi per dare voce alla diplomazia e sollievo alle popolazioni massacrate dai combattimenti, nei giorni scorsi anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato l’importanza che il ruolo europeo potrebbe giocare sul piano diplomatico anche perché oggi, al contrario, è evidente che i tentativi deboli di raggiungere una tregua stiano avvenendo al di fuori dei confini dell’UE, come ad esempio in Turchia.

E se nel recente vertice tra Macron, Scholz e Tusk, ovvero i leader di Francia, Germania e Polonia, è emerso un messaggio di compattezza che in molti hanno inteso come un avvertimento a Putin e alla Russia, anche all’interno dei vari stati non mancano perplessità e differenze di vedute sull’opportunità di continuare con la strategia sin qui portata avanti dalle istituzioni europee: «Da qui inviamo un segnale a Kiev e un segnale a Mosca – ha dichiarato Olaf Scholz, Cancelliere federale della Germania -.  Sostegno totale alla resistenza del Paese aggredito. E il presidente russo deve sapere che siamo determinati e uniti al fianco degli ucraini».

E se l’ultimo consiglio europeo, qualche giorno prima, era stato preceduto dalle dichiarazioni del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, sulla necessità di preparare psicologicamente anche la popolazione (“Se vogliamo la pace, dobbiamo prepararci alla guerra”, aveva dichiarato aggiungendo nei giorni successivi anche un riferimento alle conseguenze della situazione sull’economia), le parole in assoluto più minacciose erano state quelle del presidente francese Macron che si era posto alla testa del fronte anti-russo affermando: “prepariamoci a partecipare alla guerra sul terreno in Ucraina per non permettere a Putin di vincere”. Posizione, quella del capo dell’Eliseo, che poi era uscita ridimensionata dal confronto con gli altri leader europei a Berlino dal momento che Tusk e Scholz si oppongono fermamente a qualsiasi intervento, proprio come le principali cancellerie europee, gli Stati Uniti e i vertici della NATO.

Non fa eccezione neppure l’Italia che con il ministro degli esteri Tajani aveva subito respinto l’idea di Macron di inviare truppe sul campo, sottolineando: “Sarebbe un errore intervenire in Ucraina. Fare la guerra alla Russia significa rischiare la terza guerra mondiale”. Una posizione, quella del vicepremier, in linea con quella espressa da Mattarella che aveva sottolineato ancora una volta che l’Europa “deve assumersi la responsabilità della pace e fermare ovunque il fuoco delle armi”.

Ma allora, cosa succederà? Come vivono queste dichiarazioni e i possibili movimenti di truppe occidentali i russi, ancora scossi dal drammatico attentato al Crocus City Hall che lo scorso 22 marzo ha provocato 140 morti con una rivendicazione dell’Isis cui Mosca, però, sembra credere soltanto in parte ipotizzando un coinvolgimento anche di Kiev? E c’è davvero il rischio che la guerra in Ucraina possa uscire dall’ambito territoriale per deflagrare in tutta Europa? Questi sono i temi che abbiamo voluto approfondire nell’odierna puntata di Extra dando voce proprio a chi, in questo conflitto, raramente viene interpellato per raccontare il proprio punto di vista: i rappresentanti della politica russa. Ospite di Claudio Micalizio, in collegamento video da Mosca interviene Natalia Nikonorova, senatrice del Consiglio della Federazione eletta come rappresentante della Repubblica Popolare di Donetsk e membro del Comitato per gli affari esteri.