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Alunni stranieri nelle scuole, i presidi del Lazio: “In alcuni quartieri situazione di difficile inclusione formativa”

SCUOLA ELEMENTARE ISTRUZIONE LIBRI DI TESTO DIDATTICA IN PRESENZA BANCHI

In Italia sono circa milione gli alunni stranieri, per la precisione 967.394. A riportarlo è l’Anagrafe degli Studenti. Rispetto al 2021, sui registra 11,3% del totale degli iscritti. Il tema è tornato d’attualità dopo le parole del ministro Valditara sul tetto degli alunni stranieri in classe.

Sulla questione, si è espressa anche l’Associazione nazionale presidi Lazio in una nota: “Le problematiche relative alle scuole, soprattutto istituti comprensivi delle periferie delle grandi città, a cominciare da Roma, dislocate in quartieri che presentano un elevato numero di cittadini stranieri, sono state affrontate ormai da molti anni dal legislatore. Il dpr 394/1999, le linee guida del 2006 e 2014, la cm 2/2010 rappresentano una fonte certa per un’attuazione funzionalmente adeguata e costituzionalmente inclusiva degli alunni stranieri, ribadendo al proposito una percentuale massima di studenti stranieri in classe (30%). In diversi quartieri romani, però, questa quota, stabilita per offrire una positiva integrazione formativa dei bambini e ragazzi stranieri, viene ampiamente superata, come avviene anche in altre città italiane”.

Alunni stranieri, la nota dei presidi del Lazio

Si legge ancora nella nota di Anp Lazio: “Tutto ciò determina in diversi casi una situazione di difficile inclusione formativa, quando si è in presenza di studenti che non parlano l’italiano o ne hanno una padronanza relativa, problema rilevante soprattutto per gli studenti della scuola secondaria che devono essere inseriti a livelli scolastici elevati senza strumenti linguistici che consentano loro di allinearsi rispetto a programmazioni e obiettivi di apprendimento complessi. È pertanto importante – continua Anp Lazio – che il decisore politico e gli organi amministrativi ricerchino ed attuino provvedimenti, con relativi finanziamenti e personale specializzato, che permettano una equa distribuzione nelle classi di bambini e ragazzi stranieri che non parlano l’italiano; prevedano corsi integrativi per una funzionale conoscenza sia della lingua italiana sia della cultura e delle tradizioni del nostro paese; in collaborazione con gli enti territoriali favoriscano una attenta e funzionale gestione dei mezzi di trasporto per escludere l’evasione scolastica; coinvolgano le famiglie degli studenti stranieri, con il supporto di mediatori culturali, realizzando iniziative di conoscenza interculturale e corsi di alfabetizzazione primaria, al fine di permettere un reciproco confronto finalizzato al raggiungimento degli obiettivi formativi dei loro figli”.

Conclude la nota: “In sintesi, se la presenza di alunni stranieri nella nostra scuola può rappresentare un elemento arricchente anche per gli alunni italiani, senza essere adeguatamente supportato da iniziative come quelle sopra accennate, può creare situazioni di incomprensione e di scarso valore formativo”.