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Sequestro e torture per un regolamento di conti: il padre lavora alla Camera

polizia sequestro

Un giovane vittima di un sequestro brutale a Corcolle, Roma, ha raccontato ai poliziotti uno scenario di terrore, sfuggendo per miracolo alla morte. Il padre, assistente parlamentare, angosciato per il figlio ferito, ha rivelato di aver richiesto assistenza legale tramite un amico deputato durante l’interrogatorio. L’orrore dell’attacco, la fuga disperata e l’angoscia familiare si intrecciano in un dramma che svela retroscena inquietanti.

Figlio vittima di regolamento di conti, il padre si rivolge al deputato dopo il sequestro

Ricoverato con ferite gravi, il giovane è stato successivamente dichiarato guaribile in un mese. Il padre, preoccupato per le implicazioni dell’aggressione, ha chiesto aiuto a un parlamentare per garantire al figlio la presenza di un avvocato durante l’interrogatorio.

L’incidente potrebbe essere collegato a un coinvolgimento con gli ambienti della droga, mentre i sospettati affrontano gravi accuse di tentato omicidio e sequestro di persona.

Identificazione dei sospettati e versioni contrastanti

I presunti aggressori, Massimo L. e Francesco A., sono stati riconosciuti dalla vittima e arrestati. Tuttavia, la storia fornita dal giovane è stata inizialmente incerta, citando una lite per motivi di viabilità prima di rivelare l’aggressione a casa di uno dei sospettati.

Le prove, inclusi abiti macchiati di sangue rinvenuti presso la residenza dei sospettati, suggeriscono un coinvolgimento diretto dei due individui nel tentato omicidio.

Le tracce di sangue sui vestiti

Le indagini hanno rivelato tracce di sangue e indumenti sporchi nell’appartamento dei sospettati, corroborando la testimonianza del giovane.

La polizia sostiene che uno dei sospettati abbia minacciato di uccidere la vittima mentre l’altro lo ha inseguito armato di bastone.

Nonostante il terrore, il giovane è riuscito a fuggire, ma le prove indicano chiaramente il coinvolgimento dei sospettati nell’aggressione brutale.