Home NOTIZIE ATTUALITÀ Foto osé su Instagram, schiaffi a figlia 12enne. I giudici: “Scopo educativo”

Foto osé su Instagram, schiaffi a figlia 12enne. I giudici: “Scopo educativo”

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Prendere a schiaffi la propria figlia 12enne perché invia foto osé sui social non è maltrattamento, ma un insegnamento. A pronunciarsi in questo modo i giudici che, per questo caso specifico, non hanno ritenuto di accusare la madre della piccola, già condannata per maltrattamenti a un anno e sette mesi.

Schiaffi alla figlia 12enne: inviava foto osé a ragazzo maggiorenne sui social

La madre di 42 anni aveva alzato le mani sulla figlia di 12 anni, causandole un occhio nero e una ferita al labbro, dopo averla sorpresa mentre inviava foto osé su Instagram a un ragazzo di 19 anni.

Nonostante la condanna a un anno e sette mesi per maltrattamenti, i giudici ritengono che la donna abbia agito nel legittimo esercizio del potere genitoriale e nell’adempimento del dovere di educare.

La reazione della figlia

La figlia, oggi maggiorenne, ha dimostrato comprensione verso la madre durante il processo, sostenendo di aver compreso la reazione della donna di fronte alla sua condotta inappropriata.

Durante il processo, la figlia maggiorenne ha difeso la madre per lo schiaffo ricevuto, dimostrando un elevato grado di maturità.

La giovane ha affermato di capire le ragioni della madre di fronte al suo comportamento errato e ha dichiarato di voler bene alla donna nonostante l’episodio di violenza.

Nonostante abbia riportato un occhio nero a causa dello schiaffo, la figlia ha dimostrato comprensione e affetto nei confronti della madre, evidenziando la difficile situazione familiare vissuta in quei momenti.

Le conseguenze della condanna per maltrattamenti

La madre condannata ha ammesso in aula le difficoltà nel gestire il rapporto con la figlia dopo l’episodio di violenza avvenuto nel 2016, quando il marito si era allontanato e la donna era rimasta sola con i figli e la madre anziana.

Nonostante i tentativi di far fronte alle difficoltà economiche, la donna si è lasciata trasportare da gesti violenti che hanno portato alla condanna per maltrattamenti nei confronti della figlia e della nonna materna.

Tuttavia, i giudici ritengono che il singolo episodio di violenza non possa rientrare nei maltrattamenti, mancando la proporzionalità e la querela formale per lesioni o percosse.

La valutazione del Tribunale di Roma sul caso delle foto osé

Il Tribunale di Roma ha sottolineato che, nonostante la madre abbia superato i limiti nell’utilizzo della forza nei confronti della figlia, il singolo episodio che riguarda gli schiaffi per le foto osé non può essere considerato penalmente rilevante ai fini della condanna per maltrattamenti.

Gli schiaffi sono stati descritti come un elemento scatenante di una condotta aggressiva e prevaricatrice che aveva caratterizzato la convivenza tra madre, figlia e nonna materna.

Tuttavia, il Tribunale ha sottolineato la mancanza di proporzionalità nell’uso della forza, evitando di qualificare l’episodio come un vero e proprio atto di maltrattamento.