Oggi, 21 febbraio 2024, si apre il processo davanti al Tribunale dei Minori di Roma per il giovane cingalese accusato dell’omicidio della diciassettenne Michelle Causo, il cui corpo fu rinvenuto in un carrello abbandonato nei pressi dei rifiuti nel quartiere Primavalle il 29 giugno scorso. La procura contesta l’omicidio aggravato dalla premeditazione, l’occultamento del cadavere e il suo vilipendio. L’imputato ha richiesto di essere giudicato con il rito abbreviato, accelerando così i tempi del processo.
I dettagli dell’omicidio di Michelle Causo
Davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia lo scorso luglio, il giovane avrebbe confermato quanto già dichiarato agli investigatori: “Mi aveva dato dell’hashish, un paio di canne, ed è per questo che era venuta a casa: voleva 20-30 euro. La discussione è poi degenerata e io, alla fine, ho impugnato il coltello”.
Michelle Causo è stata colpita da almeno sei coltellate al collo, all’addome e alla schiena, come evidenziato dall’autopsia. Non sono stati riscontrati segni di difesa sulle mani della vittima, suggerendo che non ebbe la possibilità di reagire all’attacco.
Secondo testimonianze dei vicini, l’omicidio avvenne durante una violenta lite, testimoniata anche da grida udite nella zona. Numerose chat sono state esaminate dagli agenti della Squadra Mobile, i quali hanno trovato il cellulare della vittima sporco di sangue, indicando un tentativo di chiamata d’aiuto disperato.
Il presunto debito
Nonostante l’imputato avesse menzionato un debito di 20 euro come causa dello scontro, l’amica più stretta di Michelle Causo, Lavinia, ha respinto questa teoria, sostenendo che i due fossero amici e che il presunto debito non avrebbe potuto scatenare un’aggressione così brutale.
Il padre della vittima, Gianluca Causo, esprime rabbia e sdegno, scartando l’ipotesi del movente legato al debito irrisorio.
La madre di Michelle, Daniela, esclude il coinvolgimento della droga o di un debito come motivazioni dell’omicidio. Chiede che il responsabile venga trattato come un adulto e che riceva la massima pena. Il nonno materno, Elio, solleva dubbi sull’operato del presunto assassino, mettendo in discussione la sua capacità di compiere l’azione da solo. Tutta la famiglia Causo chiede giustizia e spera che la morte di Michelle possa essere l’ultimo grido contro la violenza e gli omicidi.