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Incendio ospedale di Tivoli, il racconto dei testimoni: “Scappati al buio nel fumo”

Incendio ospedale di Tivoli, il racconto dei testimoni: “Scappati al buio nel fumo”
soccorsi all'ospedale di Tivoli dove è divampato un incendio - immagine pagina Facebook sindaco di Tivoli

La fuga dall’ospedale in fiamme tra fumo e urla. Sono stati momenti di terrore quelli vissuti la scorsa notte nell’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli dove è divampato un incendio nel quale sono morte tre persone. Il fumo ha invaso i locali complicando le operazioni di soccorso per evacuare 192 persone, tra personale sanitario e 174 pazienti.

La Procura di Tivoli ha disposto il sequestro del piazzale adiacente alla struttura e di parte del pronto soccorso. Le indagini sono in mano alla Polizia che visionerà le immagini delle telecamere presenti per cercare di chiarire la natura dell’incendio, che sarebbe divampato dal piano -3 dove c’è il deposito di rifiuti tecnici ospedalieri.

Incendio ospedale di Tivoli, il racconto dei testimoni: “Scappati al buio nel fumo”

A ricostruire quei momenti di paura le testimonianze di pazienti, familiari e volontari che hanno trasportato in salvo i pazienti anche in braccio e sulle lenzuola diventate barelle sulle scale invase dal fumo.

“Ero al reparto di medicina d’urgenza e formalmente sono ancora ricoverato. Sono in pigiama da ieri notte. Ho sentito puzza di plastica bruciata, poi sono uscito di fuori e l’odore era ancora più forte. A un certo punto è andata via la corrente. Siamo rimasti al buio”. Lo racconta uno dei pazienti ricoverati all’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli dove è divampato l’incendio.

“Abbiamo cercato di dare una mano a chi non era in grado di camminare, – ha aggiunto l’uomo – poi ci hanno fatto uscire perché era troppo pericoloso. Gli altri dieci che erano con noi sono portati via dai soccorritori”.

“Ero in ospedale per l’ultimo saluto a mio padre, salvata dai sanitari”

Un’altra testimonianza arriva da una donna che si trovava al quinto piano della struttura nel reparto cardiologia dove era ricoverato il padre, morto prima che scoppiasse il rogo. “Ero in ospedale per dare l’ultimo saluto a mio papà, morto poco prima che scoppiasse l’incendio. Intorno alle 23.15 ho sentito un forte odore di plastica bruciata, è andata via la corrente ed è scattato l’allarme. Ero in corridoio ma le scale erano impraticabili, c’era una colonna di fumo”.

“Voglio ringraziare le infermiere e i medici che sono stati prontissimi, hanno aperto la porta anti incendio permettendoci così di raggiungere l’uscita. Sono tornata a casa ancora sotto choc”, ha detto.

Incendio ospedale di Tivoli, il racconto dei testimoni: “Scappati al buio nel fumo”
soccorsi all’ospedale di Tivoli – immagine pagina Facebook sindaco di Tivoli

Cappellano: “E’ andata via la luce, c’era gente che urlava”

Padre Lorenzo cappellano dell’ospedale di Tivoli racconta che “è andata via la luce e c’era gente che urlava, da lì ho capito che era accaduto qualcosa di grave. Quando uscito ho visto gli infermieri con le barelle e i pazienti portati via anche a braccio. Abbiamo dato tutti una mano ad evacuare l’ospedale”.

Lo sfogo social di una volontaria: “In 12 anni questa è stata una delle notti più tristi”

Consegna ai social il suo sfogo invece una volontaria che descrive la propria esperienza durante il soccorso ai pazienti in quei tragici momenti. “Un ospedale dovrebbe offrire cure, serenità, assistenza, conforto. In 12 anni di volontariato e 32 di vita, purtroppo questa è stata una delle notti più tristi. Credetemi non è bello vedere gli occhi di un malato che trasmettono la pura paura di morire”, scrive in un post su Facebook.

“Paura che gli sale ancora di più quando ti vedono entrare nelle stanze buie con il casco in testa, il respiratore sulla bocca e la divisa antincendio addosso. Sentire persone che gridano, persone che pregano pensando che quella sia la loro ultima preghiera”, prosegue la volontaria.

E ancora “Telefoni dei pazienti che squillano perché i loro cari sono in estrema preoccupazione…cercare di rispondere a più chiamate possibili per dare un sospiro di sollievo a chi ha l’anima in pena per il proprio caro ricoverato” continua il racconto.

Pazienti portati in salvo su lenzuola-barelle: “Abbiamo fatto tutti il possibile”

Pavimento e pareti che emanano calore. Non puoi farti prendere dallo sgomento perché hai interi reparti da svuotare, scendendo e salendo ripetutamente 4/5 piani a piedi, portando pazienti sui lenzuoli adibiti a barelle. Vedere medici e infermieri che cercano di mantenere ordine e signorile pazienza in mezzo al fumo nocivo che ha invaso corridoi e stanze. Abbiamo fatto tutti il possibile. Ci perdonino le anime di chi non siamo riusciti a raggiungere in tempo”.