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Fontana di Trevi, per altri tre anni le monetine saranno usate per attività benefiche

Per altri tre anni le monete raccolte nella Fontana di Trevi saranno utilizzate per la realizzazione di attività benefiche a carattere assistenziale e di utilità sociale. La Giunta capitolina ha infatti approvato il rinnovo, per tre anni, del Protocollo di intesa tra Roma Capitale ed il Vicariato di Roma.

Le monetine, lanciate come rito propiziatorio nelle acque della Fontana di Trevi da parte dei visitatori di ogni nazionalità, sono di proprietà di Roma Capitale e sono state destinate da sempre ad attività benefiche a favore dei cittadini.

L’Assessora alle Politiche Sociali e alla Salute Barbara Funari ha detto: “Con questo protocollo di intesa, stipulato con il Vicariato di Roma viene decisa la destinazione, la raccolta e le modalità d’uso delle monete che si trovano nella vasca della Fontana di Trevi per tre anni consecutivi”.

E ancora: “Il ricavato sarà utilizzato dalla Caritas per opere di natura socio-assistenziali per l’accoglienza, l’inclusione e la salute delle fasce più svantaggiate e fragili della popolazione. Chi deciderà di lanciare una moneta nella fontana di Trevi, oltre ad augurarsi che il proprio desiderio si avveri, avrà anche la certezza di sostenere un progetto sociale”.

Perché si lanciano le monete nella Fontana di Trevi

gualtieri fontana di trevi

Ma perché si lanciano le monete nella Fontana di Trevi? Da Dove nasce la leggenda? Un mito che affonda le sue radici nel passato, per alcuni remotissimo. Non è chiaro, infatti, da dove arrivi questa usanza, ma ci sono diverse teorie in merito.

La tesi più plausibile sostiene che l’origine di questa tradizione sia attribuibile a Wolfgang Helbig, illustre archeologo tedesco dell’Ottocento. Egli risiedeva a Roma, come molti suoi connazionali, tra gli ultimi anni del potere papale e i primi della nuova Roma sabauda.

Per lenire la malinconia dei nordici al momento del ritorno in patria, Helbig, definito un “archeologo mondano” per eccellenza, ideò il rito-gioco della monetina. Quest’incantesimo rassicurava i suoi compagni di studi e di soggiorno sulla certezza del loro ritorno sotto il cielo azzurro di Roma.

Lo storico Theodor Mommsen raccontò così quell’idea: “La felicità dei tempi romani, la grazia, la tranquillità, la gaiezza, la pienezza della vita e della convivenza romana legano tutti coloro che sono arrivati a Fontana di Trevi in un legame con Roma e insieme in un legame reciproco di comunanza duratura…”.

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