La Rete di associazioni per una città vivibile (Racv) sollecita il Campidoglio a prorogare il divieto, in scadenza il 31 dicembre, di aprire attività come pizzerie a taglio, paninoteche e kebab in zone critiche come la zona Unesco, piazza Bologna e ponte Milvio. La richiesta è indirizzata all’assessora al Commercio di Roma, Monica Lucarelli, e sottolinea che le precedenti richieste sono rimaste senza risposta. La lettera evidenzia l’importanza di evitare liberalizzazioni ingiustificate e sottolinea le preoccupazioni della comunità locale riguardo all’apertura di nuove attività alimentari.
Stop a nuovi kebab e pizzerie
La Rete di associazioni per una città vivibile (Racv), composta da comitati e associazioni di residenti, sta sollecitando il Campidoglio a prorogare il divieto di apertura per pizzerie a taglio, paninoteche e kebabberie in alcune zone chiave di Roma. Il divieto, che scade il 31 dicembre, riguarda specificamente la zona Unesco e altre aree ad alto afflusso, come piazza Bologna e ponte Milvio.
La richiesta è stata inviata all’assessora al Commercio di Roma, Monica Lucarelli, dopo che precedenti sollecitazioni sono rimaste senza risposta. La Racv sottolinea l’importanza di evitare liberalizzazioni ingiustificate e evidenzia le preoccupazioni della comunità locale riguardo alla potenziale apertura di nuove attività alimentari.
La lettera al Campidoglio
La lettera inviata all’assessora Lucarelli afferma: “Crediamo sia superfluo ricordarle che alla fine di questo mese scade la sospensione provvisoria prevista dalla DAC 109/2023 per la apertura e/o il trasferimento di attività di artigianato alimentare nell‘ambito del sito Unesco ed altre aree tutelate.”
La Rete esprime preoccupazione riguardo all’eventuale scadenza del regime provvisorio e sottolinea la necessità di una proroga per evitare conseguenze indesiderate. La richiesta si basa su criteri di saturazione e considerazioni sul patrimonio Unesco.
La Racv conclude affermando: “Attendiamo, fiduciosi e pronti ad ogni confronto, un provvedimento da parte sua che eviti in tempo utile le conseguenze di una liberalizzazione inaccettabile ed ingiustificata.”