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Roma

Il giornalista Rai Gianluca Ciardelli assolto per infermità mentale: aveva ucciso la moglie

Nella tormentata vicenda giudiziaria che ha coinvolto Gianluca Ciardelli, noto giornalista Rai, la Prima Corte d’Assise del Tribunale di Roma ha emesso una sentenza assolutoria in seguito all’omicidio della moglie avvenuto nella Balduina nel maggio del 2021. La perizia psichiatrica, condotta dai medici legali Vittorio Fineschi e Rolando Paterniti, ha rivelato un quadro clinico di grave disturbo bipolare maniacale, portando l’imputato a essere considerato totalmente incapace di intendere e di volere al momento del tragico fatto.

Chi è Gianluca Ciardelli

Gianluca Ciardelli, 63 anni, giornalista e autore Rai, ha già attraversato vicende controverse, come l’arresto nel 2019 dopo un episodio nella piazza San Pietro. Tuttavia, la sua vita ha preso una svolta drammatica con l’accusa di omicidio nei confronti della moglie.

La perizia condotta dai medici legali ha delineato un quadro di disturbo bipolare maniacale di gravità estrema, sottolineando l’assenza di copertura farmacologica al momento del tragico evento.

Incapace di intendere e di volere

La decisione della Corte ha accettato la tesi della totale incapacità mentale di Ciardelli al momento del fatto, ribaltando così le aspettative di una condanna.

Il Procuratore Antonio Verdi aveva richiesto l’applicazione della massima pena, ma la Corte ha tenuto conto dei gravi disturbi psichici che hanno spinto l’imputato a compiere l’efferato omicidio.

La sentenza prevede ora il reclusione e la cura di Ciardelli presso una Rems, una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza.

15 anni in un Rems per Gianluca Ciardelli

La perizia psichiatrica eseguita dai medici legali Fineschi e Paterniti ha rivelato particolari inquietanti sulla condizione mentale di Ciardelli al momento dell’omicidio.

Il disturbo bipolare maniacale, descritto come gravissimo, ha sottolineato l’assenza di adeguata copertura farmacologica e la falsa testimonianza dell’imputato al suo psichiatra riguardo all’assunzione dei farmaci.

Gli esperti hanno evidenziato la maldestrezza e il tentativo grottesco di occultamento degli oggetti utilizzati nell’aggressione alla moglie.

Nonostante l’assoluzione, la Corte ha sottolineato l’alta pericolosità sociale di Ciardelli, imponendo la sua permanenza nella Rems anche dopo la sentenza. Il giornalista, noto al pubblico per la sua carriera nella Rai, dovrà ora affrontare quindici anni di reclusione e cure specializzate, lasciando il pubblico a riflettere sul sottile confine tra responsabilità e infermità mentale.

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