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Ucraina: lo scherzo alla Meloni (con Vincenzo Lorusso)

 

Giorgia Meloni Il 18 settembre è stata vittima di uno scherzo telefonico, credeva di parlare con il presidente della Commissione dell’Unione Africana, ma in realtà era una telefonata dei due comici russi “Vovan & Lexus”.

Come sia stato possibile per i due “bucare” il sistema diplomatico italiano con tanta facilità resta un mistero, anche perché l’accento tradisce i comici ma la Meloni non se ne accorge e prima di lei non se ne è accorto chi dovrebbe filtrare le chiamate e proteggere il presidente del consiglio.

Uno scherzo ma anche un episodio che smaschera le evidenti falle nella sicurezza, anche se i due comici non sono nuovi a questi scherzi e prima della Meloni ci erano cascati altri leader.

Telefonarono all’ex presidente della Moldavia, Nicolae Timofti, e poi al generale Kevin McNeely, dell’esercito degli Stati Uniti, spacciandosi per l’allora ministro dell’Interno ucraino, Arsen Avakov.

Hanno interpretato Petro Poroshenko e l’ex ministro della giustizia ucraino, Arsenly Yatsenyuk, per ingannare il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, quello della Macedonia del Nord, Zoran Zaev, e l’ex cancelliera della Germania, Angela Merkel.

Insieme a Vincenzo Lorusso, giornalista freelance, che svolge il suo lavoro in Donbass, ascoltiamo le parti più salienti della telefonata e commentiamo le risposte della Meloni.

La Meloni e l’immigrazione

“ La situazione è molto difficile per noi da gestire. Dall’inizio dell’anno, dunque in 7/9 mesi, abbiamo avuto più di 120mila persone arrivate principalmente dalla Tunisia. Quindi la situazione è molto difficile da ogni punto di vista. Dal punto di vista umanitario, logistico, di sicurezza.” …

“Sì, assolutamente. L’Europa per molto tempo ha pensato di poter risolvere il problema limitandolo all’Italia. Quello che non capiscono è che è impossibile. La portata di questo fenomeno colpisce, secondo me, non solo l’Unione Europea, ma anche le Nazioni Unite. Ma il problema è che agli altri non interessa. Non hanno risposto al telefono quando li ho chiamati. E sono tutti d’accordo sul fatto che l’Italia deve risolvere da sola questo problema. Penso che è una maniera molto stupida di pensare a queste cose”.

Sui migranti sembra che la situazione sia sfuggita di mano, ma i nostri alleati Ue se ne infischiano, è un problema italiano e non rispondono nemmeno al telefono. Forse la Meloni non è così influente come vorrebbero farci credere. Peraltro la Meloni ammette candidamente: “… Perdiamo le tracce di molti di loro, alcuni finiscono tra le mani della criminalità organizzata, alcuni vanno in altri Paesi e tentano di rimandarli indietro…”.

La Meloni parla anche di Macron, franco Cfa e dell’uranio che la Francia prende in Africa, ma si guarda bene dal sottolineare come la politica neocoloniale francese sia una delle maggiori cause dell’immigrazione che affligge il nostro paese.

Lo scherzo a Giorgia Meloni
Lo scherzo a Giorgia Meloni

La Meloni e l’Ucraina

Secondo la Meloni la controffensiva non è stata un disastro nel quale hanno perso la vita invano decine di migliaia di soldati, ma semplicemente non sta andando come prevedevano, il nazionalismo e l’estrema destra ucraini non sono un problema e infine sembrerebbe che non sappia chi sia Bandera, o forse finge di non saperlo. Gli ucraini; “stanno facendo quello che devono e ciò che è loro diritto di fare. E noi stiamo cercando di aiutarli”

Giorgia Meloni dice di avere delle idee per risolvere il conflitto, ma dice che sta aspettando il momento giusto per metterle sul tavolo.

Nel proseguo della puntata

Oleksij Mykolajovyč Arestovyč ha pubblicato su Facebook un messaggio per Zelensky che ha intitolato “un estremo appello alla sanità mentale del presidente”.

Zelensky che ha appena bloccato le elezioni, di certo non una scelta democratica.

Il commento di Faina Savenkova, che era già intervenuta sul presidente del consiglio,  sulle affermazioni della Meloni durante lo scherzo, la vita dei bambini del Donbass, i video del bombardamento dell’ospedale Kalinin e del centro di Donetsk.