Anfore, vasi, brocche: reperti archeologici risalenti all’epoca romana. E’ quanto hanno trovato i carabinieri di Fregene su un furgone guidato da un 67enne italiano sul litorale a nord di Roma. L’uomo è stato denunciato a piede libero poiché gravemente indiziato del reato di ricettazione di beni culturali.
Roma, al volante con un furgone pieno di reperti archeologici: denunciato 67enne
L’uomo alla guida di un furgoncino, è stato fermato dai militari della Stazione di Fregene nel corso di alcuni controlli alla circolazione stradale in viale Rospigliosi a Maccarese.
La sorpresa è arrivata quando i carabinieri hanno verificato cosa trasportasse il 67enne. All’interno del mezzo, infatti i militari nel corso dell’accertamento hanno trovato 12 reperti di verosimile natura archeologica risalenti all’epoca romana, riposti in cassette e ben imballati, per cui l’uomo non ha saputo fornire spiegazioni plausibili del possesso e della provenienza.
Il materiale archeologico sequestrato
Nel furgoncino sono state trovate anfore, vasi, cratere, oinochoe (vaso simile a una brocca utilizzato per versare il vino), brocche e alabastron in terracotta e bucchero vaso utilizzato anticamente per la conservazione di oli e profumi.
Il materiale archeologico rinvenuto è stato sequestrato e custodito presso la Stazione dei Carabinieri di Fregene, in attesa degli accertamenti tecnici da parte della Soprintendenza Archeologica competente.
L’uomo è stato quindi denunciato in stato di libertà, dovrà rispondere del reato di ricettazione di beni culturali.
Scoperte archeologiche, il tesoro nascosto a largo di Civitavecchia
Il territorio del litorale a nord della Capitale è ricco di tesori come ha dimostrato la scoperta avvenuta lo scorso luglio sul fondale marino di Civitavecchia dove è stato trovato un tesoro archeologico sommerso scoperto.
Un antico relitto di nave da carico romana, risalente al II-I secolo a.C., è stato individuato sul fondale dalla Sezione Archeologia del Reparto Operativo del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, coordinata dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia.
Adagiate sulla sabbia a circa 160 metri di profondità, centinaia di anfore romane la maggior parte integre. Un giacimento di 12 metri di larghezza e 17 di lunghezza scoperto e mappato dalla motovedetta con il sistema ROV (Remotely Operated Vehicle) comprensivo di sonar ed ecoscandaglio.